Le novità dell’Istituto
In Evidenza
Comunicato Giornate Nazionali dei Castelli
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Svelati i primi 27 siti in 20 regioni, isole comprese
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle torri, fortezze e borghi entro le mura, si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
I volontari della onlus organizzatrice, l’Istituto Italiano Castelli che ha compiuto 60 anni di attività nel 2024, apriranno le porte di architetture fortificate di proprietà pubblica e privata da nord a sud del paese, isole comprese – con visite guidate gratuite, conferenze, presentazioni di libri e convegni specialistici, trekking culturali alla scoperta, a piedi, di siti e borghi.
L’evento che ormai ha conquistato appassionati di architettura, restauro, storia e araldica di tutte le età, è ideato e condotto in collaborazione con associazioni, comuni e altri enti pubblici al fine di far conoscere e valorizzare questo incredibile patrimonio culturale: l’Italia vanta, più di altri paesi, un numero consistente di edifici fortificati d’importanza storico-archeologica. Beni culturali che spesso influenzano positivamente le sorti turistiche del luogo in cui si trovano da secoli.
Attività delle Sezioni
MARCHE 8 Marzo – Gita di studio “La scuola pittorica di Camerino nella seconda metà del ‘400”
LOMBARDIA 13 Marzo – Conferenza “Segni stratigrafici e rovine: restauri del castello di San Michele di Ossana (TN)”
SICILIA 16 Marzo – Visita al “Castello di Milazzo”, al “Quartiere militare spagnolo” e al “Santuario di San Francesco di Paola”
LOMBARDIA 18 Marzo – Conferenza “Orti, broli e giardini nei castelli e nelle corti dei Gonzaga di Vescovato”
UMBRIA 21 Marzo – Gita di studio “La presenza di Gerardo Dottori nell’area del lago Trasimeno”
CAMPANIA 22 Marzo – Visita alla mostra “Didier Barra e l’immagine di Napoli nel primo Seicento”
EMILIA 22 Marzo – Gita di studio “ Forlì tra simmetria e fortezze: ROMAGNA un percorso nell’architettura del potere”
FRIULI VENEZIA GIULIA 22 Febbraio – Visita guidata a “Porta Villalta (UD)”
CAMPANIA 24 Marzo – Videoconferenza “Le fortificazioni di Pompei: storia, indagini e contributi per un nuovo livello di conoscenza”
LAZIO 25 Marzo – Conferenza “Vita e morte ai confini del- l’impero romano- le Donne, i Cavalier, l’Arme, gli Amori, le Cortesie, l’Audaci Imprese- nei castra e castella dal Nilo al Vallo di Adriano”
Giornate Nazionali dei Castelli 2025
10/11 Maggio 2025
XXVI EDIZIONE a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
A BREVE IL PROGRAMMA COMPLETO 2025
In SCOPRI DI PIU’ le edizioni precedenti
RISORSE
Castelli d’Italia

La città di Ninfa è nota oggi per il pregiato giardino all’inglese che è stato realizzato tra i ruderi dei suoi edifici medievali a cura degli ultimi eredi della famiglia Caetani, proprietari dell’area, a partire dalla fine del XIX secolo.
Nell’alto medioevo la città, situata in una zona ricca di risorse idriche favorevoli per lo sviluppo dell’agricoltura e l’alimentazione di mulini, costituisce un ricco centro agricolo del Patrimonio di San Pietro in posizione strategica lungo la via di collegamento tra Roma e il meridione, per cui tra l’XI e il XIV secolo è oggetto di contesa tra le famiglie baronali in lotta per il controllo del territorio intorno a Roma.
La prima fase di fortificazione della città risale all’XI secolo, quando, sotto il dominio dei conti di Tuscolo, vengono realizzate le mura di cinta. Nel secolo successivo la città è sotto il controllo del papato e viene concessa in feudo ai Frangipane, con i quali attraversa un periodo di ricchezza, seguito nel 1171 da un saccheggio da parte di Federico Barbarossa. Con papa Innocenzo III la città viene affidata in vicariato alla famiglia Conti e la giurisdizione è esercitata da un giudice comunale e uno papale. Alla metà del XIII secolo il controllo su Ninfa e sulla vicina Sermoneta è nelle mani del potente cardinale Riccardo Annibaldi della Molara, Rettore delle Province di Campagna e Marittima. Nel 1293 il procuratore del Comune assegna a Pietro Colonna il dominio sulla città, ma poco dopo, con l’ascesa al soglio pontificio di Bonifacio VIII, il nipote del papa Pietro II Caetani acquista tutti i beni nel territorio di Ninfa e si fa prestare giuramento di fedeltà dai cittadini, ponendo fine all’amministrazione comunale della città.
Nel 1380 Onorato I Caetani conte di Fondi, in contrasto con il ramo dei Caetani Palatini, espugna e saccheggia il castello e due anni dopo guida la definitiva distruzione di Ninfa. In seguito all’abbandono della città da parte degli abitanti, nel XV secolo i mulini rimangono in funzione e la torre è utilizzata come prigione da Onorato III Caetani, che risiede a Sermoneta. Intorno al 1580 il cardinale Niccolò III Caetani incarica Francesco Capriani da Volterra di realizzare un giardino, l’hortus conclusus, di fronte all’ala residenziale del castello.
Nonostante alcuni tentativi di ripopolamento da parte dei Caetani, a causa delle condizioni malsane dell’area paludosa, nei secoli successivi nella città risiedono solo un castellano e gli operai che lavorano ai mulini.

La storia del castello è intimamente legata a quella dei suo proprietari, la potente famiglia feudale dei conti Guidi, che lo abitarono per circa 400 anni.
Il primo documento scritto che attesta la presenza dell’abitato di Poppi è un contratto del 1169 redatto in castro de Puppio in loco Casentino. Del 1191, invece, è un Privilegio di Arrigo VI, con il quale l’imperatore conferma Guido Guerra V conte di tutta la Toscana e nel quale viene menzionato il castello stesso.
La prima fondazione del castello è però ascrivibile all’epoca dell’invasione longobarda, quando tutta la valle del Casentino fu protagonista di un generale fenomeno di incastellamento.
Il primo grande intervento si ebbe nel 1274, quando, per volere del conte Simone dei Conti Guidi da Battifolle, vennero iniziati dei lavori di ampliamento e ristrutturazione, poi terminati dal figlio Guido, che trasformarono il fortilizio in vera e propria residenza. Un altro importante intervento si ebbe a partire dal 1470, quando nel cortile interno venne edificata una splendida scala, quale accesso ai vari piani dell’edificio, e il recinto esterno. Sempre in questo periodo fu eretta sulla cinta esterna l’antiporta detta “della Munizione”, a difesa della Porta Leone. Inoltre venne scavato il fosso di separazione tra il castello e la piazza d’armi. L’ultimo importante restauro, risalente al secolo scorso, ha interessato gran parte della merlatura e della muratura e lo ha consegnato ai posteri nel suo magnifico aspetto attuale.
Sin dal XIII secolo, il Castello e il suo abitato rappresentarono uno dei più importanti e vivaci centri politico-economici dell’interno territorio casentinese, tanto che Poppi e fu sempre considerata una vera e propria “capitale” amministrativa della grande dinastia feudale dei conti Guidi. Tale importanza si mantenne anche sotto la successiva dominazione fiorentina, quando nel 1440 Francesco Guidi, che si era schierato con i nemici di Firenze, in seguito alla vittoria di quest’ultima sui Milanesi nella celebre battaglia di Anghiari, fu assediato nel suo castello, sconfitto e costretto alla resa.
Il castello è oggi sede del Comune di Poppi e prestigiosa area espositiva-museale.

Completamente isolato, il castello Ruffo di Calabria, universalmente noto con il nome di castello di Scilla, è situato su uno sperone di promontorio all’imbocco dello Stretto di Messina, in posizione dominante sia verso la costa che verso la città.
Da fonti storiche risulta che il sito fu utilizzato come postazione strategica già dagli Etruschi (VII secolo a.C), per divenire poi oggetto di opere di fortificazione durante il periodo magnogreco quando, come riferisce Strabone, venne munito di strutture difensive da Anassila, tiranno di Reggio, in seguito ampliate nel periodo romano. Le prime strutture murarie rintracciate dagli scavi risalgono all’impianto del monastero di San Pancrazio, edificato intorno alla metà del IX secolo dai Padri Basiliani per difendersi dalle incursioni dei Saraceni provenienti dalla Sicilia.
Nel 1060 Scilla fu conquistata da Roberto il Guiscardo, che attestò sulla rocca un presidio militare.
Nel XIII secolo il castello fu ulteriormente fortificato da Carlo d’Angiò e nel 1469 fu concesso da Ferrante I a un cavaliere vicino alla corte aragonese, Gutierre De Nava, che fece eseguire nuovi interventi di ampliamento e di restauro.
Nel 1533 il castello fu acquistato da Paolo Ruffo che restaurò anche il palazzo baronale annesso; nel 1578 i Ruffo ottennero il titolo di principe.
Il 5 febbraio 1783 fu danneggiato da un forte sisma e nel 1810 fu restaurato; subì gravi danni anche dal terremoto del 1908.
Dal 1808 il castello è di proprietà demaniale dello Stato
Negli anni 1970-1980 è stato adibito a Ostello della Gioventù e recentemente è stato nuovamente restaurato ed è un importante centro culturale (Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi) e sede di mostre e convegni.
Le sezioni regionali dell’Istituto
L’Istituto si articola in Sezioni. Esse, autonome nelle attività nel loro ambito, promuovono conferenze, seminari, visite di studio, attività di ricerca ed altre iniziative di promozione culturale del patrimonio castellano delle rispettive regioni di appartenenza




Nomenclatura Castellana
Un viaggio attraverso le parole che raccontano le parti di un castello,
dall’avamposto sino alle vedette
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Comunicato Giornate Nazionali dei Castelli
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Svelati i primi 27 siti in 20 regioni, isole comprese
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle torri, fortezze e borghi entro le mura, si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
I volontari della onlus organizzatrice, l’Istituto Italiano Castelli che ha compiuto 60 anni di attività nel 2024, apriranno le porte di architetture fortificate di proprietà pubblica e privata da nord a sud del paese, isole comprese – con visite guidate gratuite, conferenze, presentazioni di libri e convegni specialistici, trekking culturali alla scoperta, a piedi, di siti e borghi.
L’evento che ormai ha conquistato appassionati di architettura, restauro, storia e araldica di tutte le età, è ideato e condotto in collaborazione con associazioni, comuni e altri enti pubblici al fine di far conoscere e valorizzare questo incredibile patrimonio culturale: l’Italia vanta, più di altri paesi, un numero consistente di edifici fortificati d’importanza storico-archeologica. Beni culturali che spesso influenzano positivamente le sorti turistiche del luogo in cui si trovano da secoli.
L’interesse crescente per l’architettura castellana, testimoniato anche dagli esiti positivi delle Giornate Nazionali promosse ogni anno dall’Istituto Italiano dei Castelli, e dalla curiosità suscitata in un pubblico di ogni fascia di età attraverso le campagne social, hanno indotto a programmare un ciclo nazionale di incontri virtuali sul tema, partendo da esperienze regionali talvolta ultradecennali.
L’Istituto Italiano dei Castelli è un’organizzazione nata nel 1964 con l’obiettivo culturale di portare l’attenzione pubblica sui castelli in quanto edifici di particolare valore architettonico, paesaggistico o archeologico che narrano ancora la storia di borghi e di comunità territoriali lungo tutta la nostra splendida penisola. Il ciclo seminariale che si propone è intitolato “I lunedì dei Castelli” e sarà un appuntamento serale autunnale per quanti vorranno avvicinarsi al variegato mondo delle fortificazioni e avranno piacere di incontrarsi con altri interessati e soci dell’IIC.
L’obiettivo del corso è quindi fornire ai partecipanti una prima chiave di lettura per la corretta conoscenza del vastissimo patrimonio di architettura fortificata ancora oggi presente sul territorio nazionale e che costituisce una componente fondamentale dei Beni Culturali Archeologici ed Architettonici. Il ciclo seminariale, che si svolgerà online su piattaforma Zoom Meeting, sarà articolato su 11 incontri, a cura di membri del Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli, di docenti delle università italiane esperti sulle specifiche tematiche, nonché da funzionari delle soprintendenze. Tra i temi trattati: le fortificazioni di età romana, l’architettura difensiva normanno- sveva, i castelli viscontei, i castelli della Sicilia, le artiglierie neurobalistiche e la rivoluzione della polvere da sparo, le trasformazioni dei castelli in Italia centrale e nel Mezzogiorno nel XV secolo, la fortificazione alla moderna e quella ottocentesca, la difesa costiera e l’iconografia dei castelli.
Uno straordinario percorso rivolto a tutti coloro che vogliono approfondire la conoscenza dell’affascinante ed immenso patrimonio castellano della nostra nazione, nonché agli operatori dei beni culturali, studenti, architetti ed ingegneri.
Informazioni generali:
Le lezioni si terranno online su piattaforma Zoom Meeting (con password di accesso riservata) e avranno la durata di 90 minuti ciascuna (compresa discussione). Gli iscritti avranno a disposizione le registrazioni delle lezioni. Quote di partecipazione: ordinaria € 100; studenti € 50. Soci dell’Istituto e ADSI: € 50. IBAN: IT60 R030 6909 6061 0000 0119 213 intestato all’Istituto Italiano dei Castelli. A fine corso agli iscritti sarà rilasciato attestato di frequenza. La partecipazione al ciclo di studi consente, agli studenti, di richiedere al proprio corso di laurea il riconoscimento di crediti per le attività a scelta/libere. Segreteria scientifica: Prof. arch. Marina Fumo, arch. Luigi Maglio, arch. Fiorenzo Meneghelli, dott. Leo Donnarumma Info ed iscrizioni: corsocastellologia@istitutoitalianocastelli.it tel. 392 7204031
ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI – ONLUS
Sezione Campania – Castel dell’Ovo, Napoli
Sono aperte le iscrizioni alla XIX edizione online del ciclo seminariale di studi “Le architetture fortificate della Campania”, per la conoscenza del vasto patrimonio di architettura fortificata che ancora oggi si riscontra in area Campana e che avrà inizio il 21 febbraio. Il corso, patrocinatodall’Università Federico II, dall’Università Luigi Vanvitelli e dall’Ordine degli Architetti, so svolgerà online ogni venerdì pomeriggio alle ore 18 su piattaforma Zoom, e sarà articolato su 12seminari e 4 visite di studio a cura di docenti delle università campane esperti sulle specifiche tematiche, da membri del Consiglio Scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli, nonché da funzionari delle soprintendenze. Tra i temi trattati: le fortificazioni di età sannita e romana,l’evoluzione tipologica del castello in Italia meridionale dal periodo normanno svevo a quello angioino, il cantiere del castello medievale, materiali e tecniche costruttive, le artiglierie nevrobalistiche e la rivoluzione della polvere da sparo, i castelli aragonesi e le fortezze vicereali, i castelli di Napoli, le torri costiere, restauro, conservazione e buone pratiche di valorizzazione. Unostraordinario percorso rivolto agli operatori dei beni culturali, studenti, guide turistiche, architetti ed ingegneri, ma anche a chiunque voglia approfondire la conoscenza dell’affascinante ed immenso patrimonio castellano della Campania. L’Istituto Italiano dei Castelli è la prima organizzazione in Italia che si occupa dello studio e della valorizzazione dei castelli della Nazione da sessant’anni.
Quote di partecipazione:
Modulo base: ordinaria euro 100; studenti euro 50. Soci dell’Istituto euro 50. Comprensivo del modulo opzionale di visite guidate: euro 120 (ordinaria), euro 60 (studenti e soci). A fine corso verrà rilasciato attestato di partecipazione. Per gli architetti iscritti all’albo sono riconosciuti 20 crediti formativi dal CNAPPC. La partecipazione al ciclo di studi consente, agli studenti, di richiedere al proprio corso di laurea il riconoscimento di crediti per le attività a scelta/libere
Per informazioni ed iscrizioni
contattare la direzione scientifica al 3336853918, oppure scrivere a: castellicampania@virgilio.it
I docenti:
- Giuseppina Renda, archeologa, professore associato presso l’Università Luigi Vanvitelli – Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (DiLBEC). Coordina la gestione del Sistema Informativo Territoriale del Laboratorio di Topografia Antica della Seconda Università degli studi di Napoli
- Alessia Frisetti, archeologa, CNR, docente a contratto presso l’Università Suor Orsola Benincasa per le materie di Beni Culturali, cartografia digitale ed archeologia preventiva.
- Rosa Carafa, architetto, già docente di Storia della città e del territorio presso l’Università di Napoli “Federico II” dall’ottobre 1981 al 2009. Membro Consiglio scientifico dell’Istituto Italiano dei Castelli.
- Gigliola Ausiello, ingegnere, professore ordinario di Architettura Tecnica presso l’Università Federico II –membro CITTAM Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio delle Tecniche Tradizionali dell’Area Mediterranea
- Luigi Maglio, architetto e storico dell’architettura militare, membro del consiglio scientificoIstituto Italiano dei Castelli, è responsabile regionale del progetto atlante castellano per la Campania. E’ direttore scientifico della rivista “Cronache Castellane”
- Francesco Bove, architetto libero professionista, specializzato in restauro dei monumenti e storico dell’architettura. Delegato Istituto Italiano dei Castelli per la provincia di Benevento
- Giuseppe De Pascale, architetto, libero professionista. Delegato Istituto Italiano dei Castelli per la provincia di Avellino
- Francesco Storti, professore Associato di Storia Medievale. presso l’Università Federico II, è coordinatore del CIRSCIM (Centro Internazionale di Ricerca sulla Civiltà Mercenaria). Ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale alla I fascia.
- Lorenzo Santoro, architetto, già Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Salerno e Avellino. Autore del censimento delle torri costiere in Principato Citra
- Teresa Colletta, architetto, specializzato in restauro dei monumenti e urbanistica dei centro antichi, già professore associato in Storia dell’Urbanistica presso l’Università Federico II. membro dell’ICOMOS dal 1978
- Renata Picone, architetto, è professore ordinario di restauro architettonico presso l’Università Federico II. Dal 2023 è Presidente della Società Italiana per il Restauro dell’Architettura (SIRA). Dal 2017 al 2023 ha diretto la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
- Marina Fumo, architetto, già professore ordinario in Architettura Tecnica presso l’Università Federico II già direttore CITTAM Centro Interdipartimentale di Ricerca per lo Studio delle Tecniche Tradizionali dell’Area Mediterranea, membro del consiglio scientifico Istituto Italiano dei Castelli
- Giuseppe Pignatelli Spinazzola, professore associato in Storia dell’Architettura pressol’Università Luigi Vanvitelli Dipartimento di Lettere e Beni Culturali (DiLBEC). E’ membro del Comitato Scientifico Nazionale ICOMOS per il Patrimonio del XX secolo
- Leonardo Di Mauro, già Professore Ordinario di Storia dell’architettura presso l’università Federico II, è stato presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Napoli e Provincia dal 2018 al 2023. Attualmente ricopre la carica di presidente dell’Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania
- Enrico Guglielmo, architetto, già Soprintendente ai Beni architettonici della città di Napoli, ha seguito per lunghissimo tempo il restauro ed il recupero funzionale del castello di Baia
Premio di Laurea
sull’Architettura Fortificata
Istituito dall’Istituto Italiano Castelli negli anni ’90, il Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata giunge nell’anno 2025 alla XXVIII edizione
A BREVE LA MODULISTICA PER L’EDIZIONE 2025
Rassegna Stampa