Le novità dell’Istituto
In Evidenza
ELENCO ATTIVITA’ DICEMBRE 2024
Attività delle Sezioni
UMBRIA 4 Dicembre – Visita alla mostra “L’età dell’Oro”
CAMPANIA 5 Dicembre – Videoconferenza “Caratteri difensivi dei castelli di Napoli tra medioevo ed età moderna”
CALABRIA 7 Dicembre – Viaggio di studio a RICADI E TROPEA
MARCHE 7 Dicembre – Gita di studio a Montefan0
SARDEGNA 7 Dicembre – Presentazione della guida “Il Castello di Monreale”
LOMBARDIA 11 Dicembre – Pomeriggio di studi per Graziella Colmuto Zanella
CAMPANIA 14 Dicembre -Visita guidata alla mostra “Sir William e lady Hamilton”
MOLISE 14 dicembre “I CASTELLI DI GIACOMO E ANTONIO CALDORA IN ABRUZZO, CAMPANIA, LAZIO, MOLISE E PUGLIA” presso la sala Convegni di “Borgotufi” a Castel del Giudice IS, alle ore 11.00
SICILIA 22 Dicembre –Conferenza “L’uomo nel suo cammino dall’ossidiana al chip”
Giornate Nazionali dei Castelli 2024
11/12 Maggio 2024
25esima edizione a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
RISORSE
Castelli d’Italia
Nel XII secolo la città di Auletta era cinta da mura, e nella parte più alta del tessuto urbano sorgevano i luoghi simbolo della vita di quel tempo, la chiesa parrocchiale e l’imponente Castello.
In epoca normanna, il Castello appartenne al conte Guglielmo di Principato (della famiglia degli Altavilla) e di suo figlio Nicola, e successivamente fu di proprietà dei Gesualdo, dei Vitilio, e dei Di Gennaro, discendenti di San Gennaro.
Successivamente, con il matrimonio tra Beatrice di Gennaro ed Antonio Castriota Scanderbech, discendente diretto di Giorgio Castriota Scanderbech (eroe nazionale e Principe di Albania del XV secolo), il Castello fu attribuito in dote alla nobile famiglia albanese, per poi giungere alla famiglia Maioli Castriota Scanderbech, attuale proprietaria.
Il 31 maggio 1941 il Castello è dichiarato bene di interesse storico-culturale (ex legge 1089/1939) con vincolo trascritto presso la Conservatoria RR. II. di Salerno.
Durante la prima metà del Novecento il Castello ha, altresì, accolto come ospiti anche l’ultimo Re d’Italia, Umberto II di Savoia (compagno di caccia del marchese Francesco Castriota Scanderbech) e sua moglie Maria José.
Negli anni novanta il Castello ha, infine, ricevuto in visita una delegazione dell’Unesco.
Oggi l’imponenza storico-architettonica del Castello fa da palcoscenico all’organizzazione di ricevimenti, meeting ed eventi culturali.
Le notizie storiche relative alla costruzione di Castel del Monte sono limitate ad un solo documento: la lettera del 29 gennaio 1240, con il quale l’imperatore Federico II di Svevia, figlio di Enrico VI e di Costanza d’Altavilla, ordinava al Giustiziere di Capitanata, Riccardo di Montefuscolo, di raccogliere il materiale necessario per la costruzione del castello, situato presso la chiesa (oggi scomparsa) di Sancta Maria de Monte. Fino alla morte di Federico II non vi sono altri documenti, tant’è che non è neppure storicamente accertato che il castello sia stato completato e che l’Imperatore lo abbia mai visitato.
Dopo il 1268, anno della definitiva sconfitta degli Svevi in Italia, Carlo I d’Angiò vi fece imprigionare i figli di Manfredi, Federico, Enrico ed Enzo, dando inizio all’uso improprio cui il castello fu oggetto per secoli. Escludendo, infatti, il breve periodo comprendente la prima metà del XIV secolo, in cui gli angioini lo utilizzarono come residenza – tra l’altro vi si celebrarono le nozze, nel 1308, tra Beatrice D’Angiò, nipote di Roberto, e Bertrando del Balzo e, nel 1326, tra Umberto de la Tour du Pin e Maria del Balzo – il castello fu ancora prigione durante il regno di Giovanna II e durante la discesa degli Ungheresi nel 1350. Passato agli Aragonesi prima e agli Spagnoli poi, fu venduto nel 1552 ai conti Carafa di Ruvo, che lo utilizzarono prima come “villa”, per poi abbandonarlo, considerato il suo isolamento. In occasione della terribile peste del 1656 fu utilizzato come rifugio da alcune nobili famiglie di Andria, ma dal XVIII secolo rimase pressoché incustodito, divenendo rifugio di pastori e di briganti e “cava” di materiali preziosi: in questo periodo il castello fu, infatti, spogliato dei marmi e dei rivestimenti tant’è che oggi resta solo la struttura muraria (ancorchè splendida) dell’edificio.
Acquistato nel 1876 dallo stato italiano per £ 25.000, “non già come prezzo (chè niuno il fabbricato ne vale) ma come semplice attestato di riconoscenza” alla famiglia che per secoli l’aveva tenuto,esso è stato oggetto di continui studi e restauri che si sono protratti sino ai giorni nostri. I lavori di restauro più significativi, però, iniziarono solo nel 1928, fino ad arrivare agli ultimi lavori della fine degli anni settanta del secolo scorso. Nel 1996, per le sue caratteristiche uniche, è stato inserito dall’UNESCO nel patrimonio mondiale dell’umanità.
XIV (prima metà): presumibile inizio della costruzione del castello; si realizzano ipoteticamente taluni ambienti quali le sale a sud ovest e la cappella (Spatrisano 1972, p. 206).
XIV (seconda metà): fondazione storica del castello; probabilmente vengono inglobate strutture precedenti (Fazello, I, p. 482; Armò 1911, p. 9; Kronig 1989, p. 406).
XV: ampliamento del castello, costruzione della grande “sala dei baroni” e di ambienti adiacenti (Armò 1911, p. 18).
XVIII (fine): il castello è in rovina (Amico 1855-56, II, p. 180).
XIX: Salinas osserva come in questo castello non si notino restauri o pretesi abbellimenti di epoche più moderne (Salinas 1883, p. 112).
XX (1909): inizia il restauro del castello condotto dall’architetto Armò.
XX (fine): le Soprintendenze BB.CC.AA. di Palermo, Agrigento e Caltanissetta eseguono interventi di restauro.
XIII: Mussomeli fa parte della signoria di Castronovo ed è posseduta dalla famiglia D’Auria (Armò 1911, p. 8. 1374); Manfredi III Chiaramonte ottiene, con privilegio reale, la signoria di Castronovo e Mussomeli (Kronig 1989, p. 406).
XIV (fine): Andrea Chiaramonte viene decapitato ed i suoi beni, tra i quali è il castello di Mussomeli, passano al demanio (Armò 1911, p. 9).
1392: con privilegio regio, Mussomeli è assegnata a Guglielmo Raimondo Moncada. Dopo qualche anno passerà ai conti di Prades (ibidem).
1407: Giaimo de Prades vende la terra ed il castello di Mussomeli a Giovanni Castellar (Amico 1855-56, II, p. 181. 1451); re Alfonso V concede a Giovanni di Perapertusa, nipote del Castellar, la possibilità di riacquistare la terra ed il castello di Mussomeli, precedentemente ritornati al demanio. Il Perapertusa non potendo assolvere l’obbligo di acquisto per la somma di 29.770 ducati, rivende terra e castello a Federico Ventimiglia, con patto di ricompra (Armò 1911, p. 10).
1467: Pietro Campo, genero del Perapertusa, ottiene dal viceré il privilegio di ricompra della baronia di Mussomeli. I Campo detengono la proprietà fino al 1549 (ibidem).
1549: Cesare Lancia, signore di Trabia, acquista Mussomeli che verrà elevata al ruolo di contea (Amico 1855- 56, 11, p. 181).
XVI-XX: la famiglia Lanza è titolare del feudo e del castello.
Le sezioni regionali dell’Istituto
L’Istituto si articola in Sezioni. Esse, autonome nelle attività nel loro ambito, promuovono conferenze, seminari, visite di studio, attività di ricerca ed altre iniziative di promozione culturale del patrimonio castellano delle rispettive regioni di appartenenza
PUBBLICAZIONI
Le nostre pubblicazioni
-
Numero: 107
Scopri l’ultimo numero della collana
-
Numero: 59
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-
Numero: 217 – 218
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Nomenclatura Castellana
Un viaggio attraverso le parole che raccontano le parti di un castello,
dall’avamposto sino alle vedette
BLOG
Novità dal nostro blog
Nascita di un comitato interregionale per la valorizzazione
dei CASTELLI CALDORESCHI di Abruzzo, Campania, Lazio, Molise, Puglia.
Il giorno 14 dicembre 2024, presso la sala Convegni di Borgo Tufi a Castel del Giudice, alle ore 11:00 si terrà un incontro-studio che ha come argomento i Castelli dei Caldora.
Un grande impegno per la valorizzazione di una parte consistente del patrimonio castellano della nostra regione e di quelle vicine.
Su nostra proposta il Consiglio Direttivo Nazionale dell’Istituto Italiano dei Castelli ha approvato l’ISTITUZIONE DI UN COMITATO INTERREGIONALE PER LA VALORIZZAZIONE DEI CASTELLI DEI CALDORA: ABRUZZO, CAMPANIA, LAZIO, MOLISE, PUGLIA
Tra le famiglie che nei secoli XIV e XV ebbero parte determinante nella storia del Mezzogiorno italiano è da annoverare quella dei Caldora.
GIACOMO CALDORA
Capace di avere un vero e proprio esercito, di fatto era il capo di uno stato nomade, come sostiene Angelo di Costanzo. Secondo Tristano Caracciolo in questo periodo Jacopo ed il suo esercito uscirono poco dalle loro terre per il fatto che molti principi lo riempivano di doni solo per tenerlo buono ed evitare che egli intervenisse al soldo di qualcuno dei contendenti. Di Costanzo riferisce che era in gran prezzo ed in gran reputazione la cavalleria caldoresca e la sforzesca e che egli fu magnanimo a tal punto da non volersi mai far chiamare né principe, né duca benché possedesse la maggior parte dell’Abruzzo, del contado di Molise, della Capitanata e della Terra di Bari. Egli ritenne che il suo nome valesse più di qualsiasi titolo.
Fu uomo di lettere e amava avere rapporti soprattutto con altri capitani
ugualmente amanti della cultura letteraria. I cronisti del tempo lo reputano superiore ad altri capitani come Niccolò Piccinino e Francesco Sforza. Tra i suoi allievi, oltre il fratello Raimondo e il figlio Antonio, che fu insignito del titolo di Duca di Bari, vi furono Lionello Crocciamura (Accloccamura), Paolo di Sangro, Nicolò e Carlo di Campobasso, Matteo di Capua, Francesco di Montagano, Raimondo d’Annecchino, Luigi Torto e Ricciardo d’Ortona.
ANTONIO CALDORA
La morte di Giacomo ebbe riflessi negativi nella gestione militare angioina. Egli fu sostituito nel comando degli uomini da suo figlio Antonio (1400 – 1466) che lo aveva seguito in tutte le imprese più importanti. Antonio ereditava un patrimonio immenso dalla Puglia, al Molise, all’Abruzzo, al Lazio e alla Campania. Al momento della loro fine i Caldora possedevano oltre 200 castelli tra l’Abruzzo, il Molise, il Lazio, la Campania e la Puglia..I castelli dei Caldora
costituiscono un unicum dal punto di vista storico, architettonico ed artistico in gran parte sconosciuto e che è meritevole di una concreta azione per la loro salvaguardia e la loro valorizzazione. Il Comitato avrà il compito di avviare tutte le iniziative che riterrà opportune
per la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio castellano e delle vicende storiche della famiglia Caldora promuovendo incontri, manifestazioni pubbliche, convegni e pubblicazioni sul tema.
L’evento rientra nell’ambito del finanziamento “PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR) – A TITOLARITA’ DEL MINISTERO DELLA CULTURA – MISSIONE 1 COMPONENTE 3 (M1C3) – INVESTIMENTO 2.1 ATTRATTIVITA’ DEI BORGHI – LINEA A – BORGO DI CASTEL DEL GIUDICE CENTRO DI (RI)GENERAZIONE – ATTRATTIVITA’ RESIDENZIEL E CULTURALE PER L’APPENNINO”.
Programma:
Saluto del dott. Lino Gentile
Sindaco di Castel Del Giudice
Saluto della B.ssa Michaela Stagno d’Alcontres
Presidente Nazionale Dell’Istituto Italiano dei Castelli
Saluto della prof.ssa Onorina Perrella
Presidente onoraria della sezione molisana dell’Istituto Italiano dei Castelli
“I SESSANTA ANNI DELL’ISTITUTO ITALIANO DEI CASTELLI E IL MOLISE”
Relazione dell’arch. Franco Valente
I CASTELLI DI GIACOMO E ANTONIO CALDORA IN ABRUZZO, CAMPANIA, LAZIO, MOLISE E PUGLIA
Alle ore 13,30 seguirà nella Sala di Borgo Tufi un buffet al quale sono invitati tutti i partecipanti al convegno.
UNA GRANDE OCCASIONE PER CONOSCERE I CASTELLI DI GIACOMO E ANTONIO CALDORA
ELENCO ATTIVITA’ DICEMBRE 2024
Attività delle Sezioni
UMBRIA 4 Dicembre – Visita alla mostra “L’età dell’Oro”
CAMPANIA 5 Dicembre – Videoconferenza “Caratteri difensivi dei castelli di Napoli tra medioevo ed età moderna”
CALABRIA 7 Dicembre – Viaggio di studio a RICADI E TROPEA
MARCHE 7 Dicembre – Gita di studio a Montefan0
SARDEGNA 7 Dicembre – Presentazione della guida “Il Castello di Monreale”
LOMBARDIA 11 Dicembre – Pomeriggio di studi per Graziella Colmuto Zanella
CAMPANIA 14 Dicembre -Visita guidata alla mostra “Sir William e lady Hamilton”
MOLISE 14 dicembre “I CASTELLI DI GIACOMO E ANTONIO CALDORA IN ABRUZZO, CAMPANIA, LAZIO, MOLISE E PUGLIA” presso la sala Convegni di “Borgotufi” a Castel del Giudice IS, alle ore 11.00
SICILIA 22 Dicembre –Conferenza “L’uomo nel suo cammino dall’ossidiana al chip”
Premio di Laurea
sull’Architettura Fortificata
Istituito dall’Istituto Italiano Castelli negli anni ’90, il Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata giunge nell’anno 2023 alla XXVI edizione
Rassegna Stampa