Le novità dell’Istituto
In Evidenza
Nella splendida cornice del Castello federiciano del Solacium di Targia, alle porte di Siracusa, ora fulcro della azienda vitivinicola Cantine Pupillo, si è svolta venerdì 28 giugno la Festa per i sessanta anni della fondazione dell’Istituto.
L’evento ha goduto del Patrocinio oneroso dell’Assessorato Regione Siciliana, Turismo Sport e Spettacolo.
L’organizzazione della Festa è stata cura del Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, vicepresidente della Sezione Sicilia e Delegato di Siracusa, coadiuvato dal Tesoriere della Sezione, Carlo Giunta, facente parte della stessa Delegazione provinciale.
L’avvio della Festa alle 19.30 per consentire ai duecento partecipanti, provenienti da tutta Italia, di potere godere della splendida architettura del Castello, caratterizzato da una pianta quadrata con quattro torri tonde agli angoli e dei bellissimi caseggiati rurali settecenteschi che lo affiancano a nord mentre i lati sud ed est sono abbracciati da un antico parco esotico e mediterraneo, che penetra con preziose essenze anche nel quadrato cortile.
L’attuale proprietaria, Carmela Pupillo, succeduta al padre Dr. Antonino Pupillo, al quale si deve la riscoperta dell’antico vitigno Moscato di Siracusa, imbottigliato con l’etichetta Solacium, ha illustrato con amore agli affascinati partecipanti, le essenze vegetali presenti alcune, come un ficus secolare, vincolate dalla Soprintendenza.
Il ritiro degli sbandieratori ed i saluti dell’organizzatore il Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, della Presidente Nazionale Michaela Stagno d’Alcontres e della Presidente Sezione Sicilia, Maria Vittoria D’Amico.
Un ricco buffet consente ai partecipanti di gustare diverse pietanze siciliane.
Presenti i Vice Presidenti Nazionali del Nord e del Sud, Fiorenzo Meneghelli con Lorena e Domenico Zerbi con Luisa, i Consiglieri Nazionali, Marco Merello con Annarita e Vittorio Pasquale con Amalia, i Revisori Nazionali, Francesco de’ Medici con Fiona e Salvatore Saya con Enza.
La degustazione è intervallata da momenti di intrattenimento castellano che si rifanno al medioevo.
Danze storiche, musici, trampolieri, giocolieri, incantano i duecento partecipanti.
Clicca qui per leggere l’articolo completo pubblicato sul sito web della Sezione Sicilia.
LOCANDINE DI TUTTE LE SEZIONI GNC 2024
Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXV edizione si svolge sabato 11 e domenica 12 maggio 2024
25 siti: 10 castelli, 4 forti, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago
Grandi città e piccoli centri animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, itinerari speciali a nord, al centro, a sud della penisola – isole comprese.
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione, fruizione, destinazione e valorizzazione
Nel 2024 la Onlus Istituto Italiano Castelli compie 60 anni, online e gratuito l’Atlante Castellano
L’Istituto Italiano Castelli, Onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date e le 25 destinazioni della XXV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Nel weekend dell’11 e 12 maggio 2024, visite guidate gratuite, conferenze, concerti, mostre, presentazioni di tesi di laurea e libri in 10 castelli, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago, 4 forti che hanno trovato una nuova vita.
I soci dell’Istituto Italiano Castelli Liguria, a causa di improvvisi problemi organizzativi sorti il 6 maggio, rimandano a data da destinarsi, che sarà presto annunciata, la visita guidata sostenibile con trasporto collettivo al borgo ligure di Finale (SV) e la prevista conferenza per il 60mo anniversario dell’Istituto Italiano Castelli
Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata 2024
L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus (IIC) nell’ambito delle iniziative promosse per incoraggiare le nuove generazioni allo studio storico, archeologico ed artistico del patrimonio fortificato italiano nonché la sua valorizzazione, presenta il
XXVII PREMIO TESI DI LAUREA SULL’ARCHITETTURA FORTIFICATA.
Il Premio consiste in assegni per complessivi 4.500 euro di cui beneficiano le prime tre tesi di laurea ritenute più meritevoli tra quelle pervenute. La commissione di concorso è composta da membri del consiglio scientifico dell’IIC nonché da docenti di chiara fama delle università italiane. Un estratto delle tesi premiate possono altresì essere pubblicate sulle riviste Castellum/Cronache Castellane oppure su un numero monografico della collana Castella.
Il bando si rivolge ai laureati in Conservazione e restauro dei beni culturali, Archeologia, Architettura e Ingegneria edile – Architettura, Conservazione dei beni architettonici e ambientali, Progettazione e gestione dei sistemi turistici, Scienze per la conservazione e restauro dei beni culturali, Scienze storiche, Storia dell’arte, che abbiano svolto tesi di laurea magistrale o quinquennale in Italia su tematiche castellane nell’ambito della ricerca scientifica storico-critica, del rilievo dei monumenti, del restauro architettonico, del riuso e riqualificazione, di un complesso fortificato italiano (torre, castello, forte o borgo murato).
Sono ammessi al concorso i laureati che abbiano discusso la Tesi negli anni 2022/2024 (entro il 30 aprile).
SCADENZA DELLA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE: 30 GIUGNO 2024
La premiazione è ospitata in una manifestazione aperta al pubblico che avviene ogni anno (in autunno) in una città italiana diversa alla presenza non solo della giuria ma anche di altri docenti ed esperti del settore. Al termine della premiazione sarà prevista l’esposizione di una sintesi delle tesi premiate che verranno illustrate dagli autori con l’ausilio di strumenti multimediali.
Ulteriori info: https://www.istitutoitalianocastelli.it/premio-di-laurea/
Giornate Nazionali dei Castelli 2024
11/12 Maggio 2024
25esima edizione a cura dell’Istituto Italiano dei Castelli
RISORSE
Castelli d’Italia
![1-Visione-d-insieme-del-castello 1-Visione-d-insieme-del-castello](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2021/12/1-Visione-d-insieme-del-castello-324x225.jpeg)
Il castello di Zavattarello, arroccato su un possente sperone di roccia arenarica a guardia delle valli dei torrenti Morcione e Tidone, fu protagonista di numerose vicende storiche e di importanti fatti d’arme.
Esso fu innalzato, probabilmente per volere del monastero milanese di S. Ambrogio, a difesa del territorio circostante. I primi documenti sul borgo di Zavattarellum risalgono al secolo X, quando l’imperatore Ottone I lo cedette in feudo al potente monastero di S. Colombano di Bobbio. Il borgo, lungamente conteso tra Bobbio e Piacenza, passò nel 1169 sotto il controllo di quest’ultima. Nel 1327 il feudo fu concesso dall’imperatore Lodovico il Bavaro al nobile di origini piacentine Manfredo Landi, responsabile della ricostruzione e dell’ampliamento del castello, conferendogli la struttura che è arrivata fino a noi.
Nel 1358 il castello fu sede di uno storico incontro promosso dal duca di Milano, Gian Galeazzo Visconti, tra le famiglie Landi e Beccaria, che sfociò nella Lega di Voghera contro Pavia, colpevole, tra le altre cose, di aver aiutato Giovanni di Monferrato a sottrarre ai Visconti alcuni possedimenti piemontesi, fra cui Asti.
Nel 1390 feudo e castello divennero proprietà a una potente famiglia di condottieri, i Dal Verme, che mantennero la proprietà quasi ininterrottamente fino al 1975, anno in cui la stessa famiglia lo cedette al Comune di Zavattarello.
Durante la guerra di Successione Austriaca, nel 1747, il castello fu seriamente danneggiato da un forte incendio appiccato dai soldati francesi e solo nel 1895 venne restaurato dal conte Carlo Dal Verme.
Ma le vicissitudini del castello non erano terminate: nel 1945, infatti, esso fu nuovamente danneggiato e saccheggiato dalle truppe tedesche. Dal 1987 il Castello è stato oggetto di una estesa opera di recupero da parte dell’amministrazione comunale.
![01-L-esterno-dei-corpi-casamattati-in-epoca-austriaca 01-L-esterno-dei-corpi-casamattati-in-epoca-austriaca](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2021/12/01-L-esterno-dei-corpi-casamattati-in-epoca-austriaca-306x225.jpeg)
L’abitato di Pizzighettone sorge sulla sponda sinistra dell’Adda, fronteggiato, sulla sponda opposta, dal corrispondente nucleo fortificato di Gera. Sfruttando le particolari difese naturali dovute alla confluenza del Serio Morto con l’Adda, il luogo venne munito di castello e mura fin dal secolo XII.
I Visconti, nella seconda metà del Trecento, potenziarono (e forse in gran parte ricostruirono) il castello quindi, nella prima metà del Quattrocento, rafforzarono anche le mura del borgo.
Sotto la dominazione spagnola Pizzighettone ha assunto il ruolo di fondamentale caposaldo, insieme a Lecco, Lodi e Cremona, di quella linea difensiva che i padroni di Milano hanno attestato sull’Adda e sul Po in contrapposizione a Venezia.
Nel 1639 viene eseguito il taglio dell’Adda in corrispondenza del centro abitato di Pizzighettone su progetto del Barattieri “…cò quali sarà ridotto il fiume à camminar rettamente…” con l’evidente scopodi far “cadere” le acque del fiume contro il forte di Pizzighettone per renderne più sicura la difesa. Come conseguenza a tale intervento, a partire dal 1646, le mura urbane vengono circondate da un nuovo anello di bastioni.
In seguito, durante il promo dominio austriaco e per ordine di Carlo VI, è stato dato corso, a partire dal 1720, a una riforma generale delle fortificazioni di Pizzighettone, con la costruzione di una poderosa cinta bastionata a occidente dell’abitato di Gera e con il rafforzamento delle mura medioevali viscontee attraverso l’aggiunta alle stesse di una corona di casematte in muratura, di apprestamenti difensivi vari e di un’ampia fossa difensiva esterna.
Dopo gli smantellamenti ottocenteschi e la cancellazione di parte delle bastionature seicentesche dovuta alla massiccia espansione dell’abitato verso oriente, oggi si conservano solo parti, peraltro significative e consistenti, dell’imponente sistema difensivo di Pizzighettone: tracce del castello, le casematte a ridosso delle antiche mura, il rivellino a guardia della strada per Cremona, le casematte, i bastioni e le opere terrapienate di Gera.
Il castello medioevale-visconteo. Di questo castello, che sorgeva in fregio all’Adda e che era protetto a settentrione da un ramo del Serio Morto, si può ancora individuare l’antico sedime nell’area compresa tra il fiume e le attuali piazze della Vittoria e Cavour. Si sono conservate l’imponente torre del Guado e solo in parte (in quanto cimata) la torre della Bandiera, o torre del Governatore, detta anche “torre mozza”.
La cerchia di casematte sulla corona delle antiche mura. Costituisce la parte più significativa e a tutt’oggi più consistente delle difese settecentesche di Pizzighettone. Comprende la porta del Soccorso, ubicata all’estremità meridionale del recinto sulla sponda dell’Adda, la contigua polveriera di San Giuliano, le rampe di salita interne al recinto, la fossa difensiva esterna (ancora in gran parte integra lungo il tratto sudorientale) e porta Cremona nuova, sulla strada per Cremona.
Il rivellino all’ingresso di porta Cremona nuova. È una poderosa opera avanzata a pianta semicircolare, sporgente verso la campagna dalla cerchia di casematte circa all’altezza della chiesa parrocchiale di San Bassiano. Fungeva appunto da rivellino, cioè da fortificazione interposta tra due fossati e due ponti levatoi, a protezione dell’ingresso di porta Cremona vecchia. Si è conservato integro nelle sue strutture murarie.
Le casematte di Gera. Appartenevano anch’esse alla cinta bastionata settecentesca, parzialmente smantellata nell’Ottocento, che avvolgeva l’abitato di Gera e che era rafforzata all’esterno da due mezzelune anteposte alle corrispondenti fronti occidentali e da altre due mezzelune rispettivamente anteposte alle ali settentrionale e meridionale. Si sono conservati due tratti occidentali, con dosso in terra.
Il fossato di Gera. La fossa che proteggeva il lato a campagna delle difese settecentesche è oggi quasi totalmente colmata; se ne conserva ancora un breve tratto aperto a settentrione dell’abitato di Gera. Ad occidente del fossato, in località Cascina Macallé e già nel territorio del comune di Maleo, in provincia di Milano, è ancora oggi riconoscbile sul terreno un rilievo bastionato, corrispondente forse a un avamposto delle difese settecentesche.
La torre del Guado. È la più importante e meglio conservata testimonianza dell’imponente castello visconteo che sorgeva in fregio all’Adda, sul luogo di un più antico fortilizio medioevale. Il resto della fortificazione venne demolito nei primi decenni dell’Ottocento.
Il nome deriva dal fatto che la torre, essendo sull’angolo sudoccidentale del castello, sorgeva in prossimità del punto di attraversamento del fiume. L’edificio presenta pianta quadrata, struttura muraria in mattoni a vista ed è coronato da un apparato a sporgere costituito da slanciati beccatelli in mattoni disposti ad aggetto progressivo. Attualmente è utilizzato come sede del Museo Civico ed è in buono stato di manutenzione.
L’Amministrazione comunale di Pizzighettone, in vista del definitivo trasferimento al Comune di quella parte delle mura ancora di proprietà del Genio Militare, ha allo studio un piano di riutilizzo di tutte le strutture fortificate o loro resti, sopra descritte, in stretto coordinamento alle iniziative di restauro in corso e da intraprendere in futuro, con l’obiettivo di favorire la massima fruizione, conoscenza e valorizzazione di un complesso bastionato tra i più importanti e significativi della Lombardia. Nel frattempo l’opera è mantenuta e valorizzata da un eccellente gruppo di volontari che ne curano per quanto possibile le strutture e la loro conoscenza e vitalizzazione.
Nel 2007 è iniziata una nuova fase di recupero delle fortificazioni di Gera da parte del Gruppo Volontari Mura, in accordo con la Soprintendenza dei Beni Architettonici di Brescia, Cremona e Mantova. Ad una ditta specializzata sono stati appaltati i lavori di movimentazione della terra per ripristinare l’antico Bastione di Caracena, monumento con base in mattoni e copertura in terra, datato alla metà del Seicento, coevo alla cerchia muraria di Gera, spianato nella parte superiore in terra negli anni Trenta dal Genio militare, e che oggi sta finalmente per tornare alla originaria conformazione.
![1-La-rinascimentale-piazza-ducale-dominata-dalla-torre-a-volumi-sovrapposti-del-Bramante 1-La-rinascimentale-piazza-ducale-dominata-dalla-torre-a-volumi-sovrapposti-del-Bramante](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2021/12/1-La-rinascimentale-piazza-ducale-dominata-dalla-torre-a-volumi-sovrapposti-del-Bramante-1024x686-335x225.jpeg)
Il primo nucleo abitato della futura città di Vigevano sorse in un luogo la cui naturale posizione difensiva ne avrebbe segnato il destino per sempre: da borgo fortificato in età comunale, Vigevano divenne infatti la sede di uno dei più significativi e importanti complessi fortificati italiani.
La storia di questa complessa struttura fortificata iniziò nel 1341, quando Vigevano entrò a far parte del vasto progetto visconteo di potenziamento e riforma delle fortificazioni della Signoria milanese. In quell’anno Luchino Visconti, che da poco era succeduto insieme al fratello, l’arcivescovo Giovanni, al nipote Azzone e già dal 1319 era stato eletto podestà del borgo, fece erigere a cavallo delle antiche mura di età comunale e al posto del preesistente castello una prima struttura fortificata.
Questo edificio, a pianta quadrata e detto “Rocca Vecchia”, fu il primo di una serie di costruzioni che, scandendo le successioni dei Visconti prima e degli Sforza poi, vennero a giustapporsi nel tempo, fino a trasformare il primo nucleo del castello in un gigantesco complesso monumentale che permea e domina tuttora l’intero centro storico di Vigevano.
Poiché la Rocca Vecchia aveva funzioni prettamente difensive, nel 1345 Luchino decise di far costruire sulla collinetta dove sorgeva il primo nucleo abitato del paese, dunque nel luogo più sicuro della città, un nuovo castello: una vera e propria residenza principesca dove vi potesse alloggiare con la famiglia e il suo seguito.
Questo secondo edificio, conosciuto con il nome di Maschio, si presentava come una struttura a pianta quadrata e torri quadrate agli angoli, così come voleva la tradizione architettonica dei castelli viscontei di pianura.
Per collegare le due strutture, sempre Luchino fece costruire una maestosa strada coperta sopraelevata, che con i suoi 163 metri di lunghezza e sette di larghezza attraversava una parte intera della città.
L’avvento al potere degli Sforza impresse nuovo impulso alla città di Vigevano, ed anche il castello conobbe una nuova fase di sviluppo (che va dal 1473 al 1494 circa): per volontà prima di Galeazzo Maria Sforza e poi di Ludovico Maria Sforza, detto il Moro, attorno al Maschio vennero costruiti nuovi edifici adibiti a scuderie capaci di contenere fino a quasi mille cavalli, mentre nella parte posteriore del maschio fu costruita una nuova ed elegante ala residenziale – detta “Loggia delle dame” – riservata alla sposa di Ludovico, Beatrice d’Este. Fu inoltre edificata la Torre a volume sovrapposti (detta impropriamente “bramantesca”), ma soprattutto, concepita come atrio nobile del castello, fu realizzata la piazza porticata, detta Ducale, un gioiello di rara bellezza rinascimentale, ancora oggi cuore pulsante della città.
A questi lavori collaborarono architetti di fama internazionale, in particolare Donato Bramante, del quale, grazie ai recenti lavori di restauro, è stata portata alla luce una splendida decorazione che abbelliva le facciate delle scuderie verso il cortile interno e che erano state scialbate.
Con la caduta di Ludovico il Moro (1499) e la successiva dominazione spagnola prima e austriaca poi, il castello conobbe un lungo periodo di declino e abbandono, durante il quale venne impropriamente adibito a caserma.
Tale abbandono si protrasse fino al 1967, anno in cui i militari si trasferirono definitivamente presso altre sedi. Dal 1978 sono iniziati i lavori di restauro che hanno parzialmente riportato il complesso al suo splendore.
Le sezioni regionali dell’Istituto
L’Istituto si articola in Sezioni. Esse, autonome nelle attività nel loro ambito, promuovono conferenze, seminari, visite di studio, attività di ricerca ed altre iniziative di promozione culturale del patrimonio castellano delle rispettive regioni di appartenenza
![icn_soci icn_soci](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_soci.png)
![icn_pubblicazioni icn_pubblicazioni](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_pubblicazioni.png)
![icn_premi icn_premi](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_premi.png)
![icn_castelli icn_castelli](https://www.istitutoitalianocastelli.it/wp-content/uploads/2022/11/icn_castelli.png)
Nomenclatura Castellana
Un viaggio attraverso le parole che raccontano le parti di un castello,
dall’avamposto sino alle vedette
BLOG
Novità dal nostro blog
Nella splendida cornice del Castello federiciano del Solacium di Targia, alle porte di Siracusa, ora fulcro della azienda vitivinicola Cantine Pupillo, si è svolta venerdì 28 giugno la Festa per i sessanta anni della fondazione dell’Istituto.
L’evento ha goduto del Patrocinio oneroso dell’Assessorato Regione Siciliana, Turismo Sport e Spettacolo.
L’organizzazione della Festa è stata cura del Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, vicepresidente della Sezione Sicilia e Delegato di Siracusa, coadiuvato dal Tesoriere della Sezione, Carlo Giunta, facente parte della stessa Delegazione provinciale.
L’avvio della Festa alle 19.30 per consentire ai duecento partecipanti, provenienti da tutta Italia, di potere godere della splendida architettura del Castello, caratterizzato da una pianta quadrata con quattro torri tonde agli angoli e dei bellissimi caseggiati rurali settecenteschi che lo affiancano a nord mentre i lati sud ed est sono abbracciati da un antico parco esotico e mediterraneo, che penetra con preziose essenze anche nel quadrato cortile.
L’attuale proprietaria, Carmela Pupillo, succeduta al padre Dr. Antonino Pupillo, al quale si deve la riscoperta dell’antico vitigno Moscato di Siracusa, imbottigliato con l’etichetta Solacium, ha illustrato con amore agli affascinati partecipanti, le essenze vegetali presenti alcune, come un ficus secolare, vincolate dalla Soprintendenza.
Il ritiro degli sbandieratori ed i saluti dell’organizzatore il Cons. Naz. Giuseppe Brunetti Baldi, della Presidente Nazionale Michaela Stagno d’Alcontres e della Presidente Sezione Sicilia, Maria Vittoria D’Amico.
Un ricco buffet consente ai partecipanti di gustare diverse pietanze siciliane.
Presenti i Vice Presidenti Nazionali del Nord e del Sud, Fiorenzo Meneghelli con Lorena e Domenico Zerbi con Luisa, i Consiglieri Nazionali, Marco Merello con Annarita e Vittorio Pasquale con Amalia, i Revisori Nazionali, Francesco de’ Medici con Fiona e Salvatore Saya con Enza.
La degustazione è intervallata da momenti di intrattenimento castellano che si rifanno al medioevo.
Danze storiche, musici, trampolieri, giocolieri, incantano i duecento partecipanti.
Clicca qui per leggere l’articolo completo pubblicato sul sito web della Sezione Sicilia.
LOCANDINE DI TUTTE LE SEZIONI GNC 2024
Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXV edizione si svolge sabato 11 e domenica 12 maggio 2024
25 siti: 10 castelli, 4 forti, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago
Grandi città e piccoli centri animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, itinerari speciali a nord, al centro, a sud della penisola – isole comprese.
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione, fruizione, destinazione e valorizzazione
Nel 2024 la Onlus Istituto Italiano Castelli compie 60 anni, online e gratuito l’Atlante Castellano
L’Istituto Italiano Castelli, Onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date e le 25 destinazioni della XXV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Nel weekend dell’11 e 12 maggio 2024, visite guidate gratuite, conferenze, concerti, mostre, presentazioni di tesi di laurea e libri in 10 castelli, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago, 4 forti che hanno trovato una nuova vita.
I soci dell’Istituto Italiano Castelli Liguria, a causa di improvvisi problemi organizzativi sorti il 6 maggio, rimandano a data da destinarsi, che sarà presto annunciata, la visita guidata sostenibile con trasporto collettivo al borgo ligure di Finale (SV) e la prevista conferenza per il 60mo anniversario dell’Istituto Italiano Castelli
Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata 2024
L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus (IIC) nell’ambito delle iniziative promosse per incoraggiare le nuove generazioni allo studio storico, archeologico ed artistico del patrimonio fortificato italiano nonché la sua valorizzazione, presenta il
XXVII PREMIO TESI DI LAUREA SULL’ARCHITETTURA FORTIFICATA.
Il Premio consiste in assegni per complessivi 4.500 euro di cui beneficiano le prime tre tesi di laurea ritenute più meritevoli tra quelle pervenute. La commissione di concorso è composta da membri del consiglio scientifico dell’IIC nonché da docenti di chiara fama delle università italiane. Un estratto delle tesi premiate possono altresì essere pubblicate sulle riviste Castellum/Cronache Castellane oppure su un numero monografico della collana Castella.
Il bando si rivolge ai laureati in Conservazione e restauro dei beni culturali, Archeologia, Architettura e Ingegneria edile – Architettura, Conservazione dei beni architettonici e ambientali, Progettazione e gestione dei sistemi turistici, Scienze per la conservazione e restauro dei beni culturali, Scienze storiche, Storia dell’arte, che abbiano svolto tesi di laurea magistrale o quinquennale in Italia su tematiche castellane nell’ambito della ricerca scientifica storico-critica, del rilievo dei monumenti, del restauro architettonico, del riuso e riqualificazione, di un complesso fortificato italiano (torre, castello, forte o borgo murato).
Sono ammessi al concorso i laureati che abbiano discusso la Tesi negli anni 2022/2024 (entro il 30 aprile).
SCADENZA DELLA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE: 30 GIUGNO 2024
La premiazione è ospitata in una manifestazione aperta al pubblico che avviene ogni anno (in autunno) in una città italiana diversa alla presenza non solo della giuria ma anche di altri docenti ed esperti del settore. Al termine della premiazione sarà prevista l’esposizione di una sintesi delle tesi premiate che verranno illustrate dagli autori con l’ausilio di strumenti multimediali.
Ulteriori info: https://www.istitutoitalianocastelli.it/premio-di-laurea/
Premio di Laurea
sull’Architettura Fortificata
Istituito dall’Istituto Italiano Castelli negli anni ’90, il Premio di Laurea sull’Architettura Fortificata giunge nell’anno 2023 alla XXVI edizione
Rassegna Stampa