Sezione Campania – Il castello di Diano-Teggiano in età medievale e moderna
di
Istituto Italiano dei Castelli
Mercoledì 24 marzo nuova video conferenza promossa dall’ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania, relatore l’architetto Marco Ambrogi, dal titolo “…Uno dei più magnifici, e forti che siano nel Regno…” Il castello di Diano-Teggiano in età medievale e moderna”
Appuntamento alle ore 18 su Zoom. Per partecipare occorre prenotarsi inviando una e – mail a castellicampania@virgilio.it entro il 22 marzo: si riceveranno così le credenziali di accesso.
Il castello di Teggiano fu costruito nella parte orientale di un colle, munito a sua volta di una possente circuito fortificato ed in una posizione strategica che permetteva il controllo non solo del Vallo di Diano ma anche della viabilità per il Cilento interno e la costa tirrenica.
Il castello, di probabile fondazione normanna o sveva, utilizzante quanto rimaneva della cinta della città romana, fu ampliato dai Sanseverino, ai tempi di Carlo II d’Angiò (1285), quale baluardo contrapposto a quello di Sala nel controllo del Vallo di Diano. Il complesso difensivo fu del tutto ristrutturato da re Ladislao di Durazzo, al principio del Quattrocento (la grossa torre non era ancora completata nel maggio del 1405), dopo la confisca al Sanseverino di terre e città, tra cui la stessa Diano, per aver seguito Luigi d’Angiò. Ferdinando d’Aragona, dopo la congiura dei baroni, quando la città, ove si era rifugiato Antonello Sanseverino (capitolò il 15 dicembre 1487 spese ben 80.000 ducati, aggiungendovi sei grandi torrioni che cinse di fossati. Il castello, a pianta rettangolare, somigliante a quello napoletano di Castelnuovo, fu restaurato ancora da Giovan Battista Caracciolo entro il 1606 e da Dianora Spinelli; l’ultimo restauro fu condotto nel 1619 da Giovanni Villano III marchese di Polla, come risulta da un’iscrizione ancora esistente, che, però, non fa cenno a Ladislao ma ai soli Sanseverino, né ad un precedente restauro eseguito dal Caracciolo, che aveva tenuto Diano per pochi anni fino al 1606, e che il Villano completò.
Nel 1857 la parte nord occidentale venne acquistata dal teggianese Pasquale De Honestis che iniziò la trasformazione definitiva in edificio per abitazioni civili e fece erigere all’ingresso il portale neorinascimentale che oggi si vede. La parte sud orientale venne acquistata dai Macchiaroli, anch’essi teggianesi, ai quali il castello appartiene attualmente.
Oggi, dopo importanti lavori di restauro, con l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’inserimento di un ascensore panoramico, con il ripristino dei suoi antichi camminamenti di guerra, la maestosità delle sue torri, arricchito negli arredi e nelle decorazioni con uno stile elegante e raffinato, accoglie eventi, convegni, concerti, spettacoli teatrali, matrimoni e feste.
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Sezione Friuli Venezia Giulia – Il paesaggio delle fortificazioni. Esempi a nord-est
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Appuntamento alle ore 18 su Zoom. Per partecipare occorre prenotarsi inviando una e – mail a castellicampania@virgilio.it entro il 22 marzo: si riceveranno così le credenziali di accesso.
Il castello di Teggiano fu costruito nella parte orientale di un colle, munito a sua volta di una possente circuito fortificato ed in una posizione strategica che permetteva il controllo non solo del Vallo di Diano ma anche della viabilità per il Cilento interno e la costa tirrenica.
Il castello, di probabile fondazione normanna o sveva, utilizzante quanto rimaneva della cinta della città romana, fu ampliato dai Sanseverino, ai tempi di Carlo II d’Angiò (1285), quale baluardo contrapposto a quello di Sala nel controllo del Vallo di Diano. Il complesso difensivo fu del tutto ristrutturato da re Ladislao di Durazzo, al principio del Quattrocento (la grossa torre non era ancora completata nel maggio del 1405), dopo la confisca al Sanseverino di terre e città, tra cui la stessa Diano, per aver seguito Luigi d’Angiò. Ferdinando d’Aragona, dopo la congiura dei baroni, quando la città, ove si era rifugiato Antonello Sanseverino (capitolò il 15 dicembre 1487 spese ben 80.000 ducati, aggiungendovi sei grandi torrioni che cinse di fossati. Il castello, a pianta rettangolare, somigliante a quello napoletano di Castelnuovo, fu restaurato ancora da Giovan Battista Caracciolo entro il 1606 e da Dianora Spinelli; l’ultimo restauro fu condotto nel 1619 da Giovanni Villano III marchese di Polla, come risulta da un’iscrizione ancora esistente, che, però, non fa cenno a Ladislao ma ai soli Sanseverino, né ad un precedente restauro eseguito dal Caracciolo, che aveva tenuto Diano per pochi anni fino al 1606, e che il Villano completò.
Nel 1857 la parte nord occidentale venne acquistata dal teggianese Pasquale De Honestis che iniziò la trasformazione definitiva in edificio per abitazioni civili e fece erigere all’ingresso il portale neorinascimentale che oggi si vede. La parte sud orientale venne acquistata dai Macchiaroli, anch’essi teggianesi, ai quali il castello appartiene attualmente.
Oggi, dopo importanti lavori di restauro, con l’abbattimento delle barriere architettoniche e l’inserimento di un ascensore panoramico, con il ripristino dei suoi antichi camminamenti di guerra, la maestosità delle sue torri, arricchito negli arredi e nelle decorazioni con uno stile elegante e raffinato, accoglie eventi, convegni, concerti, spettacoli teatrali, matrimoni e feste.
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