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Sezione Campania – Fortificazioni e castelli nell’area Sidicina ed Aurunca

Sezione Campania – Fortificazioni e castelli nell’area Sidicina ed Aurunca

di

Istituto Italiano dei Castelli

15 Dicembre 2021
< 1 Min.

Martedì 23 febbraio nuova video conferenza promossa dall’ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania, relatore l’arch. Alfredo Balasco,  che avrà per tema “Fortificazioni e castelli nell’area Sidicina ed Aurunca”.

Appuntamento alle ore 18,00  – Collegamento tramite Zoom meeting.

Per partecipare inviare una e mail, indicando nome e cognome, a: castellicampania@virgilio.it. Si riceverà così il link per collegarsi.

La ricostruzione del sistema insediativo e dei centri fortificati di Terra di Lavoro è particolarmente complessa per l’articolazione dei diversi poteri che si contesero il territorio della provincia, che dall’inizio del nuovo millennio investirono l’intero Mezzogiorno. Per ricostruire in modo attendibile la struttura insediativa e l’articolazione delle istituzioni politiche amministrative occorre partire dall’alto medioevo e in particolare sulla formazione dei primi organismi urbani autonomi che svolsero un ruolo fondamentale nell’organizzazione degli insediamenti dell’entroterra. Nell’alto Medioevo Terra di Lavoro fu interessata dalla contrazione e, talvolta, dalla completa scomparsa di molte evidenze urbane. La crisi per molte città antiche iniziò in conseguenza delle distruzioni dovute alla guerra Greco Gotica (535-553), accentuandosi con fenomeni di totale abbandono per molte città anche per gli effettidelle devastanti scorrerie saracene tra l’VIII e X secolo. Solo intorno alla metà del X secolo gli spazi abitati fuori e dentro le mura riprenderanno ad allargarsi, contestualmente ad una lenta ripresa demografica e al diffondersi dell’incastellamento verso le aree più interne.L’avvento della dominazione Sveva (1194-1266) comportò una nuova fase nella storia delle fortezze meridionali, con mutamenti di rilievo nell’ordinamento militare. Per la prima volta le fortezze furono oggetto di regolamenti specifici che determinarono un sistema strategico unitario di tutta l’area meridionale.Con l’avvento dei Normanni, le architetture militari registrarono importanti cambiamenti morfologici e strutturali, in stretta relazione con il processo d’incastellamento e con la contestuale diffusione del feudalesimo.L’architettura fortificata in Terra di Lavoro, promossa dagli Angioini e poi potenziata dagli Aragonesi, conobbe una notevole diffusione secondo i canoni dell’architettura provenzale, assumendo un carattere nuovo, completamente diverso dal periodo normanno-svevo. Tale architettura si concretizzò con la realizzazione di strutture munite di alte torri cilindriche su basi scarpate, con redondone e corpo cilindrico superiore, orizzontamenti intermedi, coronamento a beccatelli con caditoie e archetti pensili.

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15 Dicembre 2021
< 1 Min.

Martedì 23 febbraio nuova video conferenza promossa dall’ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Campania, relatore l’arch. Alfredo Balasco,  che avrà per tema “Fortificazioni e castelli nell’area Sidicina ed Aurunca”.

Appuntamento alle ore 18,00  – Collegamento tramite Zoom meeting.

Per partecipare inviare una e mail, indicando nome e cognome, a: castellicampania@virgilio.it. Si riceverà così il link per collegarsi.

La ricostruzione del sistema insediativo e dei centri fortificati di Terra di Lavoro è particolarmente complessa per l’articolazione dei diversi poteri che si contesero il territorio della provincia, che dall’inizio del nuovo millennio investirono l’intero Mezzogiorno. Per ricostruire in modo attendibile la struttura insediativa e l’articolazione delle istituzioni politiche amministrative occorre partire dall’alto medioevo e in particolare sulla formazione dei primi organismi urbani autonomi che svolsero un ruolo fondamentale nell’organizzazione degli insediamenti dell’entroterra. Nell’alto Medioevo Terra di Lavoro fu interessata dalla contrazione e, talvolta, dalla completa scomparsa di molte evidenze urbane. La crisi per molte città antiche iniziò in conseguenza delle distruzioni dovute alla guerra Greco Gotica (535-553), accentuandosi con fenomeni di totale abbandono per molte città anche per gli effettidelle devastanti scorrerie saracene tra l’VIII e X secolo. Solo intorno alla metà del X secolo gli spazi abitati fuori e dentro le mura riprenderanno ad allargarsi, contestualmente ad una lenta ripresa demografica e al diffondersi dell’incastellamento verso le aree più interne.L’avvento della dominazione Sveva (1194-1266) comportò una nuova fase nella storia delle fortezze meridionali, con mutamenti di rilievo nell’ordinamento militare. Per la prima volta le fortezze furono oggetto di regolamenti specifici che determinarono un sistema strategico unitario di tutta l’area meridionale.Con l’avvento dei Normanni, le architetture militari registrarono importanti cambiamenti morfologici e strutturali, in stretta relazione con il processo d’incastellamento e con la contestuale diffusione del feudalesimo.L’architettura fortificata in Terra di Lavoro, promossa dagli Angioini e poi potenziata dagli Aragonesi, conobbe una notevole diffusione secondo i canoni dell’architettura provenzale, assumendo un carattere nuovo, completamente diverso dal periodo normanno-svevo. Tale architettura si concretizzò con la realizzazione di strutture munite di alte torri cilindriche su basi scarpate, con redondone e corpo cilindrico superiore, orizzontamenti intermedi, coronamento a beccatelli con caditoie e archetti pensili.

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