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Nome del Sito:  PALAZZO CESI- Acquasparta (TR)

Epoca di costruzione:  Alto medioevo, ricostruito nel XVI secolo

Proprietà: Università degli Studi di Perugia-  dal 2013 in usufrutto trentennale  al Comune di Acquasparta

Giorno di apertura per visite guidate gratuite senza prenotazione: sabato 19 maggio

Orari: 11,00-13,00/ 15,00- 18,00

Collaborazione per le Giornate a livello LOCALE con:  Comune di Acquasparta;  Ente Rinascimento ad Acquasparta; Associazione Lynks.

 

Email e cellulari per eventuali informazioni:  i.nardi50@gmail.com 3474135100/ 3356660222/ 3473307318

Sito internetwww.ilrinascimentoadacquasparta.it / www.comune.acquasparta.tr.it

Facebook: La festa del Rinascimento

Responsabile stampa delle Giornate Nazionali della Sezione Umbria: prof. Isabella Nardi Mannocchi 3473307318

 

Compendio storico: Il Palazzo Cesi di Acquasparta, riconducibile alla tipologia costruttiva del “palazzo fortificato”,  a partire dal XVI secolo fu dimora di una illustre e prestigiosa famiglia umbro-romana e sede, nei primi anni del XVII sec. dell’attività scientifica del duca Federico II Cesi e della  Accademia dei Lincei, da lui promossa. Acquasparta, già nota in epoca romana per la virtù delle sue acque  bicarbonato-calciche (Ad Aquas Partas) fu incastellata, secondo la tradizione, nell’Alto medioevo dopo che i Longobardi nel 713 ebbero rasa al suolo  la vicina Carsoli. Nel X secolo entrò a far parte delle terre Arnolfe, una porzione di territorio tra il ramo occidentale della via Flaminia e la valle del Serra, infeudato  nel 906 da Ottone I ad Arnolfo, che mantenne per secoli uno statuto feudale,  anche all’interno dello Stato della Chiesa. Dopo essere appartenuto alla famiglia degli Atti, alla municipalità di Todi e alla Camera Apostolica, nel 1540 il feudo di Acquasparta fu ceduto per permuta da Pier Luigi Farnese, che aveva acquisito quelle terre nel 1537 dalla Camera Apostolica, a Isabella Liviani, figlia di Bartolomeo di Alviano, moglie di Gian Giacomo Cesi, in cambio di Guardea e della quarta parte di Alviano. Intorno al 1556 il cardinale  Federico Cesi avviò, sui resti dell’ antico castrum della famiglia degli Atti, distrutto nel corso della guerriglia secolare tra gli Atti e i Chiaravalle di Canale, rissosa famiglia ghibellina un esponente della quale, Altobello, nel 1500  fuggì ad Acquasparta dove incontrò una morte atroce, la costruzione della splendida dimora cinquecentesca che, secondo alcuni studiosi, conserva nella sua articolata struttura le torri, unici elementi superstiti della fabbrica precedente. Con questo si intenderebbero spiegare, almeno parzialmente, alcune incongruenze dell’edificio.