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Nome sito: Castello Svevo

Epoca di costruzione: XII-XIII-XVI secolo

Proprietà: Mibact

Gestore per la tutela del castello: POLO MUSEALE DELLA PUGLIA

Indirizzo: piazza Federico II di Svevia, 4, Bari

Recapiti per il pubblico: Telefono: +39 080 5213704, Email: pm-pug.castellosvevo@beniculturali.it

Apertura: sabato 19-domenica 20 maggio 2018, ore 9-19

Visite guidate gratuite senza prenotazione: sabato 19 maggio ore 9.30

 

Programma addizionale sabato 19 maggio 2018, dalle 10.30:

Tavola rotonda: “ Il polo museale della Puglia nel sistema dei beni culturali fortificati”

 

Interverranno:

Dott.sa Mariastella Margozzi – Direttore Polo Museale della Puglia

Arch. Rosa Mezzina – Direttore Castello Svevo di Bari

Prof. Ing. Giambattista De Tommasi – Consigliere Scientifico Nazionale- Istituto Italiano dei Castelli

Prof. Ing. Nicola Costantino –  Prof. Ordinario- Politecnico di Bari

Dott. Luigi La Rocca, Soprintendente – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari

 

Compendio storico:

Fu costruito per volontà di Ruggero II il Normanno nel 1131 da maestranze saracene su resti di precedenti fortificazioni di probabile epoca romana. Il castello era costituito da quattro torri angolari quadrate, collegate da cortine a due livelli che circoscrivevano un cortile trapezoidale con due torri poligonali sui lati lunghi ed un profondo fossato. Il castello fu successivamente distrutto, insieme all’intero abitato, da Guglielmo il Malo nel 1156.

Nel 1240 Federico II di Svevia affidava il castello a Riccardo Comite e dava incarico a Guido del Vasto, provvisorie dei castelli di Terra di Bari e Terra d’Otranto, di eseguire lavori di ristrutturazione ed ampliamento.

La trasformazione federiciana interessava la valorizzazione delle torri, l’apertura sulla cortina Ovest di un portale ogivale, la cui cornice a doppia ghiera con aquila imperiale in chiave d’arco è decorata con motivi floreali e figure zoomorfe e la costruzione del vestibolo, coperto da volte a crociera impostate su colonne e paraste con capitelli scolpiti da Mele da Stigliano e Finarro da Canosa.

La fase angioina, riguardava la ristrutturazione della zona verso mare, la costruzione di un palazzo e di una cappella, l’introduzione della porta ogivale “del soccorso” e delle tre bifore incorniciate in pietra.

Adibito a funzione difensiva durante il regno degli Aragona, il castello era donato nel 1465 agli Sforza di Milano e nel 1479 a Ludovico il Moro.

Nel 1500 il ducato di Bari passava a Isabella d’Aragona, vedova di Giangaleazzo Sforza e nel 1524 a sua figlia Bona Sforza, regina di Polonia.

Le due donne trasformavano il presidio medievale in dimora fortificata potenziando la difesa sui tre lati verso terra con la costruzione del fossato e di bastioni a lancia nei vertici della cinta esterna e torri pentagonali  lungo le cortine murarie interne.

L’ingresso alla bastionatura, controllato da feritoie, era preceduto dal ponte levatoio che superava il largo fossato.

Delle quattro torri originarie attualmente ne restano solo tre visibili poiché quella del Monaco adibita a deposito di munizioni, fu distrutta da una esplosione avvenuta nel 1525.

Nel 1734, il castello passava ai Borboni e nel 1859 era destinato a caserma per la fanteria e la gendarmeria. Verso la metà del XIX secolo l’ingresso della cinta esterna veniva spostato dalla sua posizione originaria frontale al ponte, a quella attuale, nel puntone dello spigolo Sud-Ovest , sovrastato dallo stemma borbonico. Nel 1831 veniva ridotto a carcere e caserma. Dal 1937 il castello è sede della Soprintendenza