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PORTO MAURIZIO (IM)
Cenni storici
Porto Maurizio è uno dei due borghi principali che, insieme ad Oneglia, costituiscono la città di Imperia e che si trovano rispettivamente a sinistra e a destra del Torrente Impero che dà il nome alla città di Imperia.
Prima di essere accorpato con Oneglia in un unico Comune, Porto Maurizio fino al 1923 è stato un Comune autonomo, nonché capoluogo dal 1860 al 1923 dell’allora Provincia di Porto Maurizio, poi Provincia di Imperia.
Porto Maurizio si caratterizza soprattutto per il suo nucleo vecchio che assunse l’ attuale configurazione urbana nei primi secoli dopo il Mille, mantenendo nonostante sventramenti e trasformazioni il tipico tessuto medioevale disposto in ellissi concentriche su un promontorio sporgente nel mare.
Di probabile origine romana, nei secoli VI e VII fu scalo dei Bizantini, quindi feudo dei Clavesana e nei secoli XI e XII libero Comune.
Nella seconda metà del XIII secolo si sottomise a Genova ottenendo la nomina di capoluogo del Vicariato della Liguria Occidentale.
Dell’ originaria città murata, posta alla sommità del promontorio, rimangono scarse testimonianze.
Nell’ attuale nucleo storico è invece ancora leggibile l’ impianto medioevale a struttura anulare, determinata dalle curve di livello del terreno; tuttavia gli sventramenti causati dalla demolizione dell’antica chiesa parrocchiale per avviare la costruzione del Duomo (1781) e le demolizioni seguite al sisma del 1887 non permettono di cogliere in modo esatto l’originaria fisionomia.
Nella seconda metà del Settecento il borgo era ancora cinto da mura e bastioni come dimostra una planimetria di M. Vinzoni.
Oltre al nucleo arroccato sul promontorio denominato Parasio, Porto Maurizio consta di altri quattro nuclei esterni: la Marina con il Porto, la Foce allo sbocco del torrente Caramagna, la Crociera e la Fondura a ovest.
Il Parasio
Il Parasio e’ l’ abitato storico principale che occupa quasi interamente il promontorio sul mare di fronte a Oneglia, in dialetto Paràxiu (da Palatium, un antico torrione quadrato usato come fortezza e come carcere). Ora al suo posto, sulla sommità del promontorio, c’è una piazzetta alberata.
Il quartiere, quasi completamente pedonale e con i caratteristici caruggi che intrecciano la strada principale che sale a spirale fino alla cima, era cinto di mura, dal Medioevo in avanti abbattute e ricostruite più esternamente per poter difendere e contenere l’abitato in crescita e poterle adeguare alle diverse tecniche militari
In particolare, il tessuto urbano è costituito da ellissi concentriche che seguono le curve di livello del terreno, collegate da scalinate trasversali secondo un impianto urbano a schema tipicamente strategico-difensivo.
I principali monumenti di Porto Maurizio
La basilica concattedrale (*) dei Santi Maurizio e Compagni Martiri
La sua costruzione, in stile neoclassico su progetto di Gaetano Cantoni, ebbe inizio nel 1781 e terminò nel 1838.
E’ la più grande chiesa di tutta la Liguria: le sue dimensioni esterne sono di circa 70 × 42 m, 82 m la lunghezza compresa la scalinata frontale, per una superficie totale di circa 3000 m². I campanili sono alti circa 36 m e la sommità della lanterna della cupola principale raggiunge un’ altezza di circa 48 m. Le dimensioni interne sono 69 × 35 m; la cupola principale è alta 33 m, quella secondaria 23 m.
Il nuovo duomo doveva sostituire quello omonimo, più antico (già citato in documenti del 1470) e divenuto angusto e pericolante, che sorgeva sulla sommità del borgo fortificato del Parasio.
La facciata ha un atrio a otto colonne, affiancato da due campanili gemelli (ma solo quello di sinistra ospita effettivamente le campane).
Lo stile dei tre ordini di colonne della facciata è dorico (il loggiato in basso), ionico (il frontone e le semicolonne della parte centrale dei campanili) e corinzio (le colonne delle celle campanarie, più in alto).
Internamente, la concattedrale presenta una particolare pianta a croce a doppia traversa, con tre navate e doppio transetto.
Il duomo è impreziosito da un ricco arredo pittorico e statuario fra cui la statua di San Maurizio di Carlo Finelli (1842), in marmo bianco di ispirazione canoviana, che domina l’Altare Maggiore e la statua della Madonna della Misericordia (1618) ed un crocifisso, entrambi di Anton Maria Maragliano (1664 – 1739).
Da segnalare anche le opere pittoriche di Gregorio De Ferrari (1647 – 1726), Domenico Piola (1627 – 1703), Sante Bertelli (1840-1892), Domenico Bruschi (1840 -1910), Cesare Maccari (1840 – 1919), Leonardo Massabò (1812 – 1886), Paolo Mei (1831 – 1900)
(*) La concattedrale è una chiesa che ha la stessa dignità e gli stessi privilegi di una cattedrale, ma ha precedenza minore. La cattedrale resta dunque la chiesa principale di una diocesi, mentre la concattedrale viene ad essa parificata.
L’ oratorio di San Pietro
L’attuale oratorio di San Pietro Apostolo è considerato, sulla scorta di affermazioni di alcuni storici ottocenteschi, il più antico edificio religioso della città di Imperia. Tuttavia, non si hanno documenti che permettano di stabilire con certezza la data della prima costruzione, che viene stimata al XII secolo o XIII secolo.
Sacello della Compagnia dei Mercanti, divenne in seguito proprietà delle famiglie De Verdonis (1400) e Barla (1500) che lo trasformarono in cappella gentilizia.
Dall’ 11 settembre 1599 appartiene alla Compagnia dei Disciplinanti sotto gli auspici di San Pietro Apostolo, il cui nome fu poi semplificato in Confraternita di San Pietro Apostolo.
L’attuale forma dell’oratorio, in stile barocco, risale alla fine del XVIII secolo ed è opera dell’architetto Semeria; la facciata, con porticato e scalinate laterali, si deve al maestro milanese Giovanni Bossetti (1789).
Nel 1851 la maestosa ed elegante scala a forma di piramide della facciata, che permetteva l’accesso alla loggetta e all’ingresso principale, fu “tagliata” e sostituita con un’altra di dimensioni minori per aumentare la superficie della piazza antistante.
L’ interno dell’oratorio, a pianta rettangolare, presenta un’unica grande navata con volta a botte.
Le pareti sono riccamente affrescate con scene tratte dagli Atti degli Apostoli, dal Vangelo, e comprendono anche personaggi della storia sacra, angeli e persone del popolo, protagonisti di scene che continuano senza interruzione nell’immenso affresco della volta.
L’artefice di tale decorazione fu, con tutta probabilità, Tomaso Carrega di Porto Maurizio che ricevette l’incarico dal priore Leonardo Guasco nel giugno 1789.
In fondo alla navata l’imponente altare seicentesco, rivestito di marmi policromi ed ornato da colonne in marmo verde scuro, si apre verso l’alto a ventaglio su tre ordini di piani.
Nel 1837, l’11 marzo, quando venne “sconsacrata” la vecchia chiesa parrocchiale eretta nel borgo medioevale nel 1462, venne portato in oratorio il grande crocifisso, detto “Cristo Nero“. Attualmente è visibile, completamente restaurato nel 2004 e riportato all’antico splendore seicentesco, sulla parete sinistra dell’altare. Questa statua, secondo una leggenda tramandata oralmente tra i confratelli, fu trovata nel 1612 sulla spiaggia in zona San Lazzaro; si dice che fu perduta da un’imbarcazione durante una tempesta. Recuperata dalla Confraternita di San Pietro, fu dapprima, come già detto, custodita nella vecchia parrocchia in una cappella appositamente edificata.
Nel periodo 1788/89 terminò la realizzazione delle lunghe file di panche in legno scuro lungo tutto il perimetro interno della chiesa, necessarie per l’uso liturgico dell’Uffizio, cantato dai confratelli a cori alterni.
Le logge di Santa Chiara
Dalla piazzetta antistante la facciata dell’ Oratorio di San Pietro, da cui si ha un’ampia vista sul mare, si accede alle Logge di Santa Chiara, costruite sulle antiche mura medioevali.
Le Logge fanno parte dell’antico complesso del Convento di Santa Chiara, che ospita ancora alcune monache di clausura.
Secondo la tradizione questo monastero nacque da una separazione.
A metà del Trecento due giovani di Porto si sposarono con l’intenzione di creare una famiglia. Dopo qualche tempo sentirono però entrambi una forte vocazione religiosa e decisero di seguirla percorrendo strade diverse.
La moglie radunò intorno a sé un gruppo di ragazze che si ritirarono dalla vita cittadina per dedicarsi alla preghiera. In breve tempo la piccola comunità si avvicinò alla regola di santa Chiara di Assisi.
Negli anni moltissime giovani della zona chiesero di entrare nel monastero, tanto che fu necessaria la costruzione un altro convento ad Alassio.
Le famiglie più in vista facevano a gara per contribuire al sostentamento delle monache e all’abbellimento del convento. Lo si può notare visitando la chiesa, piccola ma molto elegante, con opere d’arte importanti come un quadro che ritrae “San Domenico Soriano e la Madonna” di Domenico Fiasella (1589 – 1669) e una “Madonna con bambino e Santa Caterina da Bologna” di Sebastiano Conca (1680 – 1764)
Le Logge di Santa Chiara sono un lungo corridoio coperto inciso su un fianco del Parasio, appoggiato su un lato al convento di Santa Chiara e aperto sull’altro verso il mare, grazie ad ariose arcate rivolte a sud.
Questo particolare camminamento fu disegnato nel 1712 da Gregorio de Ferrari (1647 – 1726), pittore del periodo barocco nato a Porto Maurizio e attivo soprattutto a Genova. Un tempo non era raro che scultori e pittori si occupassero anche di architettura.
Il panorama è di quelli che non si dimenticano, non per niente la passeggiata delle Logge è la tradizionale meta degli innamorati…
Nelle albe limpide dell’ inverno ponentino si riesce spesso a scorgere la Corsica.
Sull’estremità di levante del loggiato si trova una torre a base circolare che faceva parte dell’apparato difensivo cittadino. Guardando a ovest si nota un altro bastione quasi sul livello del mare, la torre di Prarola, in comunicazione visiva con quella delle Logge.