Giornate Nazionali dei Castelli 2024
La XXV edizione si svolge sabato 11 e domenica 12 maggio 2024
25 siti: 10 castelli, 4 forti, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago
Grandi città e piccoli centri animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, itinerari speciali a nord, al centro, a sud della penisola – isole comprese.
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione, fruizione, destinazione e valorizzazione
Nel 2024 la Onlus Istituto Italiano Castelli compie 60 anni, online e gratuito l’Atlante Castellano
L’Istituto Italiano Castelli, Onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date e le 25 destinazioni della XXV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Nel weekend dell’11 e 12 maggio 2024, visite guidate gratuite, conferenze, concerti, mostre, presentazioni di tesi di laurea e libri in 10 castelli, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago, 4 forti che hanno trovato una nuova vita.
In questa venticinquesima edizione, aperti per la prima volta alle visite del pubblico due siti: il Bastione di Santa Maria all’interno dello splendido borgo e fortezza medicea di Terra del Sole (Emilia Romagna) e un forte nel sistema difensivo del Nord Sardegna. Numerose le architetture fortificate di cui si illustrano i recenti restauri.
I soci dell’Istituto Italiano Castelli Liguria, a causa di improvvisi problemi organizzativi sorti il 6 maggio, rimandano a data da destinarsi, che sarà presto annunciata, la visita guidata sostenibile con trasporto collettivo al borgo ligure di Finale (SV) e la prevista conferenza per il 60mo anniversario dell’Istituto Italiano Castelli
Scarica il programma completo:
hashtag: #giornatenazionalideicastelli2024
Sito web: https://www.istitutoitalianocastelli.it
FB: https://www.facebook.com/IstitutoItalianodeiCastelli/
IG: https://www.instagram.com/istituto_italiano_dei_castelli/
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCMUop0Pq6q1hOuOkeP72IHg/featured
Il castello di Ceppaloni, collocato a pochi chilometri dal capoluogo di provincia Benevento, è protagonista delle Giornate Nazionali dei Castelli in Campania che si svolgeranno nel weekend del 17 e 18 settembre.
Durante entrambe le giornate sarà possibile partecipare a visite guidate che permetteranno di visitare il Castello partendo dal suo suggestivo borgo ed approfondire la storia e l’architettura del monumento con il supporto di studiosi locali. Contestualmente si scopriranno anche le valenze naturalistiche del territorio accompagnati dalle legende che legano Ceppaloni al mito delle “streghe”.
Per l’occasione gli ambienti del Castello ospiteranno mostre d’arte, di fotografia ed esposizione di mobili antichi. Mentre, per gli appassionati del cibo a KM 0, all’interno del Castello saranno predisposti punti gastronomici con piatti a base di tartufo, salumi, olio evo ecc…
Compendio storico: Già durante l’Alto Medioevo, Ceppaloni, con la sua rocca posta alla sommità del borgo a presidio della valle sottostante, faceva parte di un sistema insediativo diffuso che comprendeva vari casali e l’ex feudo di Barba. Di quest’ultimo, antico centro strategico sulla Valle del fiume Sabato, sopravvivono i ruderi di un fortilizio posto a controllo dello stretto attraverso cui passava la via Antiqua Maiore per Avellino e Salerno che univa l’Appia con la via “Capua o Brutium”. Proprio nello stretto di Barba, secondo la tradizione del luogo, avvenivano i Sabba delle janare – le streghe in dialetto locale – le quali, all’ombra dei secolari alberi di noce, usavano svolgere danze sfrenate e riti satanici fino alle luci dell’alba.
Il programma prevede, oltre alle visite guidate, una tavola rotonda alla quale, dopo i saluti delle istituzioni coinvolte, interverranno storici, esperti di marketing territoriale e tecnici. Tutti gli interventi saranno incentrati sulla valorizzazione del castello di Ceppaloni e sull’esigenza di creare una rete dei siti di interesse turistico e culturale del Sannio Beneventano.
Calendario appuntamenti:
- Sabato 17 settembre, ore 10.00 presso la sala Convegni del Castello, Conferenza “Per una rete dei siti di interesse turistico e culturale del Sannio Beneventano”
saluti
- Dott. Ettore Carmelo De Blasio – sindaco di Ceppaloni
- Aech. Fabio Pignatelli della Leonessa – Presidente Nazionale Istituto Italiano dei Castelli
interventi:
- Arch. Luigi Maglio – Vicepresidente Istituto Italiano dei Castelli – sez. Campania
“l’Istituto Italiano dei castelli in Campania: attività in corso e progetti futuri”
- Dott. Elio Mendillo – esperto di politiche e strumenti di sviluppo locale, Amministratore Delegato Gal Titerno e Referente Tecnico area sperimentazione SNAI Tammaro-Titerno
“il Marketing territoriale per la valorizzazione dei beni culturali e naturalistici delle aree interne””
- Arch. Francesco Bove, storico, istituto Italiano dei Castelli
“il castello di Ceppaloni ed i castelli del Sannio Beneventano: un bilancio”
- Arch. Linda Petrella -libero professionista – Restauro dei Monumenti
“Studi e riflessioni per la valorizzazione del castello, del borgo e del paesaggio, tra conservazione ed accessibilità”
Modera:
- Dott. Rino Genovese – giornalista RAI
- Visite guidate gratuite che si terranno nel pomeriggio di sabato 17 e nell’intera giornata di domenica 18 settembre – orari 10-13 e 16-18
Info e prenotazioni: 3792039421
E-mail per informazioni:
castellicampaniamail.com – castellicampaniairgilio.it
Sito web: www.castcampania.it
Pagina social: www.facebook.com/groups/www.castcampania.it
Numero telefonico dei responsabili delle Giornate Nazionali dei Castelli della Sezione (pubblico e stampa): 333.6853918
Programma riservato ai soci dell’Istituto ed ai loro ospiti.
Venerdì 23 Settembre
h. 15,00 – Ritrovo dei partecipanti a San Giovanni in Fiore (CS), comune posto sull’Altopiano della Sila a 1.049 metri
s.l.m. sorto nell’XII secolo lungo la direttrice (SS 107) Cosenza – Crotone, deve il suo nome all’Abate Gioacchino da Fiore che vi fondò l’Abbazia Florenze. Ci troveremo presso l’Hotel Duchessa della Sila che fungerà da base operativa per tutto il week-end.
h. 15,10 – Trasferimento in auto al Protocenobio di Jure Vetere a circa 8 km. (13 min.) dall’Hotel, inizio della visita guidata dall’Arch. Pasquale Lopetrone, scopritore del sito, funzionario della Soprintendenza ed esperto di storia locale e del Beato Gioacchino, Consigliere scientifico della Sezione.
h.16,00. Trasferimentoall’AbbaziaFlorenzediSanGiovanniinFioreacirca12Km.(23min.)eritrovodeipartecipanti al suo ingresso – inizio della visita dall’Arch. Lopetrone. La visita proseguirà nel suggestivo centro storico alla scoperta delle numerose Chiese e de palazzi nobiliari che lo rendono unico nel territorio.
h. 19,00 – Rientro in Hotel, cena e pernottamento.
Sabato 24 Settembre
h. 9,30 – partenza per Caccuri (Kr) che dista circa 16 Km (22 minuti), parcheggio presso il castello ed inizio della visita
guidata dalla Dr.ssa Marilisa Morrone, Archeologo, Consigliere scientifico della Sezione; terminata la visita si
proseguirà a piedi per le strade del borgo.
h. 13,00 – partenza per il ristorante La Roccia in contrada Cocinella 1 a due chilometri dal centro di Caccuri
https://ristorante-la-roccia.business.site dove consumeremo una colazione leggera e potremo riposare in
giardino.
h. 17,30 – ritrovo al Castello per partecipare sul terrazzo del rivellino al programma pomeridiano organizzato con
l’apporto dell’Accademia dei Caccuriani che prevede, dopo i saluti di rito, la conferenza dello storico dell’arte medievale e moderna Prof. Gian Francesco Solferino dal titolo Tesori nascosti nel castello dei Cavalcanti, seguirà l’intrattenimento in Musica Mediterranea del Dr. Cataldo Perri. Rientro in albergo.
h. 20,30 – Cena al ristorante dell’Agriturismo Torre Garga sulla SS 107 Silana-Crotonese Km 83,400 che dista circa 8 Km dall’Hotel.
Rientro e pernottamento
Domenica 25 Settembre
h. 9,30 – partenza per Cerenzia vecchia (KR) che dista 14 Km (20 minuti), visita del Parco archeologico Akerentia, già
centro bizantino e sede vescovile con sette chiese distrutta dal sisma del 1783 che lo ridusse a borgo fantasma. Con la guida della Prof. Marilisa Morrone visiteremo i resti della Cattedrale, del Palazzo del Principe (Giannuzzi Savelli) e della Chiesa di San Teodoro.
h. 11,30 – partenza per la Grancia del Vurdoj che dista 8 Km (19 minuti) da Cerenzia, https://granciadelvurdoj.it visita al sito che fungeva da Grangia dell’Abbazia Florense guidati dall’Arch. Pasquale Lopetrone, colazione leggera presso l’agriturismo e poi … tutti a casa in tempo per votare.
La partecipazione alla visita di studio è riservata ai soci dell’Istituto Italiano dei Castelli ed ai loro ospiti ed avverrà esclusivamente con mezzi propri. Si potrà partecipare a tutto il programma o alla giornata principale prenotandosi secondo le seguenti modalità.
L’Hotel Duchessa della Sila si trova a San Giovanni in Fiore (CS) in Viale della Repubblica 451, tel. 0984.975522 http://www.duchessadellasila.it Il costo convenuto a persona in camera doppia è di Euro 50,00 al giorno, la mezza pensione costa Euro 60,00, in camera uso singola sovraprezzo di Euro 15,00, prenotazione disponibile fino al 17 c.m.. La prenotazione dell’albergo – ed il successivo regolamento del conto va fatto direttamente dal socio che dovrà prenotare la visita di studio rispondendo a calabria@castelli-bkp.antonioungolo.it.
Il costo della partecipazione a persona per l’intero programma è comprensivo dei pasti al ristorante – escluso il costo dell’albergo e della mezza pensione che verrà regolato direttamente – Euro 115,00, mentre per la sola giornata di sabato (cena esclusa) è di Euro 30,00, somma da consegnarsi per contanti al Tesoriere o a chi ne farà le veci.
Vi saremo grati se ci farete conoscere al più presto la vostra intenzione a partecipare mentre – per l’iscrizione da formalizzarsi via mail indicando nome e cognome dei partecipanti con eventuali intolleranze alimentari – il termine ultimo di prenotazione è fissato entro il 18 settembre 2022.
Ci riserviamo di apportare eventuali modifiche al programma che verranno comunicate ai partecipanti. Si raccomanda la puntualità, chi arriverà in ritardo dovrà congiungersi al gruppo all’appuntamento successivo.
BREVISSIME NOTE SULL’ABATE GIOACCHINO e SAN GIOVANNI IN FIORE
“ …e lucemi dallato,
il calavrese abate Gioacchino
di spirito profetico dotato”
Dante Alighieri, Paradiso, Canto XII, vv.139-141
Gioacchino – nato da famiglia agiata a Celico (CS) nel 1130 e morto a Pietrafitta nel 1202 nel Ducato normanno di Puglia e Calabria – dopo studi di diritto e teologia, incarichi civili prima a Cosenza e Palermo ed ecclesiastici poi a Corazzo e Sambucina , viaggi in Italia e Terrasanta, nel 1188m individuò nella Sila il territorio da lui chiamato Jure Vetere dove decise fermarsi a pregare e trasferire i suoi discepoli, dove Enrico VI gli concesse territori e privilegi nel 1194 e dove fondò la Congregazione Florense nel 1196 con l’approvazione di papa Celestino III. La prima fondazione dell’Ordine Florense fu quindi l’Abbazia di Jure Vetere nel 1189. Il nome Jure dato dall’Abbate significava fiore, in ricordo di Nazarteth, il Fiore della Galilea. Il “protocenobio” andò distrutto da un incendio nel 1214 e Matteo, successore di Gioacchino, dovette abbandonare il luogo per questioni climatiche e la costruzione della nuova Abbazia (archicenobio), che durò in questa fase fino al 1230, avvenne su un costone roccioso nella valle del fiume Neto nella località che fu chiamata Fiore Nuovo.
Il Monastero venne intitolato a San Giovanni in Fiore e così venne chiamato anche l’insediamento civile con l’autorizzazione di Carlo V. Il feudo ecclesiastico durò fino al 1783, quando fu soppresso da Ferdinando IV di Borbone che lo trasformò in feudo regio assegnandolo in capo al primo Commendatario laico Luigi de’ Medici di Ottajano che lo tenne fino alla morte, Quindi intervenne l’eversione della feudalità. L’Abbazia venne completata entro gli inizi del 1500 ma subì notevoli interventi successivi ed invasivi, l’ultimo dei quali fu il restauro avvenuto nel 1989 che servì a ripulire tutte le superfetazioni per mostrarla nel suo aspetto originale. Interessantissime le teorie religiose dell’Abate Gioacchino “di spirito profetico dotato”, le teorie furono applicate nel governo delle anime, del monastero e dei suoi territori, alcune immagini del suo “Liber figurarum” vengono ancora utilizzate per realizzare gioielli da famosi artigiani del posto di lunga tradizione orafa come http://www.spadaforagioielli.it/it/ di cui vi suggeriamo di visitare il negozio.
Volume concerne apologia e vaticini del teologo Abate Gioacchino,
del suo agiografo padre Gregorio De Laude, pubblicato a Napoli nel 1660 (Raccolta Calabra Zerbi).
NOTE SUL CASTELLO DI CACCURI
L’antico Castrum bizantino di Caccuri del Medioevo divenne un importante centro feudale con Cerenzia e Cariati già dal XIII sec. sotto la Signoria dei de Riso. Tra i passaggi più significativi: dal 1400 il castello fu tenuto dai Ruffo fino a metà dello stesso secolo. I Cavalcanti detennero il feudo dal 1651 con il titolo di Duca di Caccuri, a loro si ascrive la seicentesca cappella palatina con dipinti di scuola napoletana ed una prima trasformazione del maniero in palazzo ducale nel ‘700. Dopo l’eversione della feudalità, il castello fu acquistato nel 1830 dai baroni Barracco che compirono una seconda trasformazione nel 1885 con l’Architetto Adolfo Mastrilli che vi aggiunse un rivellino e la torre cilindrica che ebbe funzione di serbatoio per l’acqua pubblica. Nel 1947 la proprietà del castello passò alle famiglie Lopez e Fauci ed i restauri hanno riportato alla luce affreschi su legno, capitelli e portali. La sola parte visitabile del castello è oggi proprietà del Comune.
Nome sito: Castello di Rovato: mura venete.
Epoca di costruzione: XIII- XV secolo
Proprietà: comunale
Giornodi apertura:24 settembre 2022 (Incontro e visite guidate)
Orari: Per l’incontro su Territorio e fortificazioni fra Brescia e Bergamo: il caso di Rovato 9.30- 11.15 presso la Sala Civica del Foro Boario, Piazza Garibaldi, Rovato; per le visite guidate: 11.30-13.00
Visite guidate: sì
Prenotazione: no
Pagamento: no
Descrizione storico-architettonica:
La cerchia murariache attualmente circonda il centro storico del paese costituisce un interessante esempio di fortificazione del periodo di transizione. Gli studi storico archivistici e gli scavi archeologici, partiti con saggi limitati nel 1987 e proseguiti in modo sistematico dal 1996, hanno consentito di elaborare una sequenza delle trasformazioni del fortilizio. In una prima fase fu realizzato il Castrum vetus documentato nel 1370 ed esistente nel 1326 quando il centro abitato fu devastato da Azzone Visconti. Il fortilizio occupava la zona settentrionale dell’attuale borgo con una forma molto allungata di 260x 60 metri circa e con il limite meridionale in corrispondenza dell’attuale via Palazzo. Durante la dominazione milanese sotto Bernabò Visconti (1354-1385) fu realizzato un nuovo fortilizio che inglobò il precedente comprendendo anche la rocca a sud-est e ampliandosi verso sud fino alla linea delle attuali mura.Una terza fase costruttiva si ebbe dopo la stabilizzazione del dominio della Serenissima con la pace di Lodi. A partire dal 1471fu iniziata un’importante opera di aggiornamento delle strutture difensiveche proseguì fino al 1485 e che portò all’ammodernamento delle strutture difensive con la scarpatura delle mura, la costruzione di cinque torrioni e la realizzazione di due per allora innovativi rivellini pentagonali a difesa delle due porte del borgo.Nel 1838 la porta e il rivellino meridionali furono distrutti per la costruzione dell’elegante piazza semiellittica progettata dal Vantini.
La posizione di Rovato lungo l’antichissimo asse viario est-ovest ai piedi di Monte Orfano e la vocazione del luogoall’allevamento e al commercio del bestiamelegata al passaggio di un percorso di transumanza sono stati indubbiamente determinanti per le scelte insediative e difensive in questo territorio. Anche se non suffragato da fonti certe si suppone che sul Monte Orfano, in corrispondenza della chiesa di S. Michele, si trovasse un fortilizio longobardo e che antiche fortificazioni fossero presenti anche nella zona del convento dell’Annunciata.
Eventuali altri Enti con cui siano realizzate Giornate a livello LOCALE:
Comune di Rovato, Università di Brescia, Gruppo IseoGuide
Numero telefonico per eventuali informazioni: 3209667337 (segreteria Sezione Lombardia Istituto Italiano dei Castelli)
E-mail per eventuali comunicazioni ed e-mail del responsabile locale della stampa: castellilombardia.segreteria@gmail.com
Sito internet: http://www.istitutocastelli-lombardia.org/
Eventuale pagina social: https://www.facebook.com/istitutocastelli.lombardia; https://www.facebook.com/delegazionebsIIC
INCONTRO
TERRITORIO E FORTIFICAZIONI FRA BRESCIA E BERGAMO. IL CASO DI ROVATO
Rovato, 24 settembre 2022
Sala Civica del Foro Boario, Piazza Garibaldi, Rovato
9.30 Saluti delle autorità
Parte prima: incontro
9.40 Giusi Villari, Presidente della Sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli,
Fortificazioni fra Brescia e Bergamo: dai primi censimenti all’Atlante Castellano.
10.00 Simone Sestito, Funzionario MiC – Archeologo medievista.
Rovato nel quadro delle fortificazioni franciacortine: storia e archeologia.
10.20 Carlotta Coccoli (Professore Associato di Restauro) e Giovanni Metelli (Professore Associato
di Tecnica delle costruzioni), Università degli Studi di Brescia.
Il contributo dell’Università degli Studi di Brescia per la conservazione delle mura venete di Rovato.
10.40 Stefano Barbò, architetto incaricato del progetto di restauro.
Il ruolo del progetto per la conservazione e valorizzazione delle mura venete di Rovato.
Parte seconda: visita guidata
11.30 Ritrovo e visita
13.30 Chiusura dell’evento e light lunch
Nel corso dell’incontro verrà presentata l’attività di censimento dell’Istituto Italiano dei Castelli iniziata negli anni ’70 e portata avanti fino al progetto in corso dell’Atlante Castellano che sarà la base del contributo della Sezione Lombardia a Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023. Il sistema difensivo di Rovato verrà analizzato dal punto di vista storico e archeologico nel quadro delle fortificazioni della Franciacorta. Sarà inoltre presentato il progetto di ricerca “Le mura venete di Rovato: il piano della conoscenza per la conservazione programmata” sottoscritto dal DICATAM dell’Università degli Studi di Brescia e dal Comune di Rovato che ha l’obiettivo di individuare e analizzare le problematiche conservative per stabilire linee di indirizzo e priorità di intervento nell’ottica della conservazione programmata. Il progetto di restauro delle mura infine sarà esposto nelle sue diverse fasi a partire dal rilievo delle strutture
Nome sito: Il borgo fortificato di Martinengo
Epoca di costruzione: X- XV secolo
Proprietà: pubblica e privata
Giornodi apertura:25 settembre(visite guidate e incontro)
Orari: 14.30-15.30: visita guidata delle fortificazioni di Martinengo, 16.00-17.00 visita guidata del Concento dell’Incoronata dove si svolgerà il successivo incontro; ore 17.00- 18.00 incontro sul tema“Territorio e Fortificazioni: la pianura fra Bergamo e Brescia” presso il Convento dell’Incoronata, via dell’Incoronata 1, Martinengo;
Visite guidate: sì
Prenotazione: no
Pagamento: no
Descrizione storico-architettonica:
Il centro abitato nacque probabilmente in epoca longobarda. Già naturalmente protetto da fontanili fu ulteriormente fortificato con fossati e terrapieni. Nel X secolo i conti Ghisalbertini di Bergamo vi eressero un castellodal tracciato ancora ben identificabile. L’ ingresso principale si trovava sul lato meridionale ed era costituito da una torre passante con ponte levatoio oggi trasformata nella Torre dell’Orologio. Nel Castello si trovava anche una grande torre che col tempocadde in rovina e nelle vicinanze della quale fu costruita una casa-torre poi fatta sopralzare dal Colleoni. Nel XII secolo cominciarono ad affermarsi le prime forme di autonomia comunale e nel 1248 Martinengo ottenne lo status di borgo cittadino e attraversò un periodo di grande sviluppo demografico ed economico. Nei primi anni del XIII secolo fu completato il fossato intorno al borgo e fu realizzato un imponente terrapieno cui si accedeva dalla Porta del Tombino (oggi porta Garibaldi) e dalla Porta del Bornovo (oggi porta Giovanni XXIII). Il vecchio castello perse la funzione difensiva e sul fossato colmato furono costruite abitazioni. Nel XIV secolo sotto il dominio visconteo furono costruite le mura con un circuito di 1800 metri lungo il quale si trovavano sette torresinie due porte. Vicino alla porta meridionale si trovava la Rocca che diventò nel 1467 la residenza di Bartolomeo Colleoni, la cosiddetta Casa del Capitano che, pur molto trasformata, conserva ancora significative tracce delle strutture originarie. Dal 1450 al 1475 Martinengo fu centro del feudo di Bartolomeo Colleoni, comandante generale delle truppe veneziane di Terraferma. Al Colleoni si devono l’ammodernamento della cerchia muraria, la costruzione dei portici della via principale, la ricostruzione della parrocchiale e la fondazione del monastero di Santa Chiara e del Convento della B.V. Incoronata (che sarà oggetto di visita guidata). Intervenne anche sulle fortificazioni del borgo, restaurando le mura e l’ampio fossato. Alla fine del XVIII secolo il sistema fortificato di Martinengo era in pessime condizioni e, dopo il passaggio sotto il dominio austriaco, gran parte delle mura furono abbattute. La struttura urbanistica del centro cittadino conserva ancora chiare tracce delle antiche opere difensive.
Eventuali altri Enti con cui siano realizzate Giornate a livello LOCALE: Comune e Pro Loco di Martinengo.
Numero telefonico per eventuali informazioni: 3209667337(segreteria Sezione Lombardia Istituto Italiano dei Castelli)
E-mail per eventuali comunicazioni ed e-mail del responsabile locale della stampa: castellilombardia.segreteria@gmail.com
Sito internet: http://www.istitutocastelli-lombardia.org/
Eventuale pagina social: https://www.facebook.com/istitutocastelli.lombardia; https://www.facebook.com/delegazionebsIIC
PROGRAMMA INCONTRO:
Territorio e fortificazioni: la pianura fra Bergamo e Brescia
Presentazione di Giulio Mirabella Roberti, coordinatore della Delegazione di Bergamo dell’Istituto Italiano dei Castelli
Interverranno:
Riccardo Caproni, socio dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo
Martinengo nel sistema difensivo veneziano della pianura bergamasca
Giusi Villari, presidente della Sezione Lombardia dell’Istituto Italiano dei Castelli
La condizione dei fortilizi di area bresciana e bergamasca nel XVIII secolo.
L’incontro tratterà il tema del rapporto fra le fortificazioni e il territorio nella pianura fra Bergamo e Brescia. Sarà analizzato il sistema difensivo dell’area nel periodo di dominazione veneziana in relazione alle caratteristiche geo-topografiche della zona, alle linee di confine, ai fiumi e alla rete di collegamenti viari di antichissima formazione. Verrà inoltre illustrata, con riferimento alla cartografia storica, la condizione dei fortilizi di area bergamasca e bresciana nel XVIII secolo periodo nel quale gran parte delle cerchie murarie dei borghi è in disuso con conseguente distruzione o trasformazione funzionale. Si tratterà di alcune attività dell’Università degli Studi Bergamo volte alla promozione della conoscenza delle fortificazioni. Si farà riferimento al dossier Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023 e al progetto dell’Atlante Castellano dell’Istituto Italiano dei Castelli che produrrà una mappatura delle fortificazioni dell’area.
Il Forte San Felice costituisce un patrimonio storico-ambientale di incommensurabile valore. Situato in una posizione unica tra mare, laguna e città di Chioggia, racchiude in sé una storia di 650 anni. Vanta il primato di essere il forte più antico della laguna di Venezia, con la costruzione del Castello della Luppa, nel 1385, come protezione della città e delle sue preziose saline dopo gli esiti infelici della Guerra di Chioggia tra Venezia e Genova. Precedentemente vi era una fortezza lignea, data alle fiamme proprio nella guerra del 1379. Sulle sue ceneri, sorse isolato
nella barena il Castello (mastio e torre), costruito in mattoni e pietra, con muri spessi oltre i 2 metri. Nel ‘500 si decise di costruire una cinta muraria attorno al Castello; sono i bastioni a forma di stella, con addossati terrapieni, che con la loro geometria, respingono i colpi d’artiglieria e proteggono allo stesso tempo il Castello dalle pesanti mareggiate stagionali. Nel corso dei secoli il Forte si riempie di edifici: uno su tutti, il maestoso Portale sulla laguna in fronte alla città, in bianca pietra d’Istria, opera nel 1704 dell’architetto Tiràli, simbolo del Forte e suo unico accesso fino a dopo la 2^ guerra mondiale. Le dominazioni che susseguono la caduta della Repubblica di Venezia, si approprieranno del Forte, costruendo edifici sempre diversi, che lo rendono un vero e proprio catalogo delle costruzioni militari: castello medievale, polveriere veneziane, blockhaus austriaci, casermette francesi, bunker italiani e tedeschi, percorsi e gallerie, porte d’acqua. Caratteristica è la presenza da secoli della pianta di liquirizia, che con le sue imponenti radici serve a compattare il terrapieno dei bastioni. Il Forte oggi è ancora proprietà della Marina Militare Italiana, usato come sede della Reggenza Fari del compartimento marittimo di Chioggia, nonostante che il contingente militare abbia lasciato il Forte nel 1979 e che io storico faro funzionante dalla fine del 1800 sulla torretta del Castello sia stato spostato presso la diga in spiaggia nel 1993.
Il Forte è sempre stato militare e perciò inaccessibile al pubblico. Dal momento in cui l’ultimo contingente della Marina militare ha lasciato il Forte nel 1979, rimanendovi soltanto la presenza dell’addetto alla Reggenza Fari, cominciò il suo degrado progressivo: gli edifici storici abbandonati cedono gradualmente all’assalto delle intemperie e si sviluppa la vegetazione infestante. Con l’obiettivo del suo recupero, nel 1999 si formò il Comitato per il Forte San Felice, aprendo il forte per la prima volta a visite pubbliche in accordo con la Marina. Subito dopo però le visite non furono più autorizzate per i problemi di sicurezza dovuti alla precarietà degli immobili. Il Comitato ha continuato ad impegnarsi per valorizzare la fortezza, ma anche il patrimonio storico e ambientale limitrofo, come i murazzi e il territorio urbano del centro storico. La finalità ultima del Comitato è la salvaguardia del Forte e dell’ambiente circostante, lottando per un suo restauro e riutilizzo per finalità culturali. Il Comitato si è fatto promotore di campagne per la sua salvaguardia, raccogliendo per i censimenti dei Luoghi del Cuore del
FAI 18.000 firme/voti nel 2014 (15° posto nazionale) e ben 25.122 nel 2016 (9° posto nazionale). Su questa spinta si sono riattivate le visite (all’esterno degli edifici) ed infine è stato sottoscritto nel gennaio 2018 un protocollo d’intesa tra Ministero Difesa, Ministero Infrastrutture e Trasporti, Agenzia del Demanio, Soprintendenza e Comune di Chioggia, che prevede la smilitarizzazione del Forte e l’inizio del suo recupero per uso pubblico utilizzando I fondi delle misure compensative del MOSE. Un Tavolo tecnico tra gli Enti presiede alla realizzazione di quanto previsto dal protocollo. Sono già in corso i lavori per realizzare il progetto per un primo stralcio (restauro del portale monumentale e realizzazione percorsi di visita sui terrapieni dei
bastioni); i progetti per il restauro del blockhaus e della polveriera veneziana sono stati approvati a fine luglio e si è in attesa del progetto per il Castello. Il Comitato
per il Forte San Felice continua ad impegnarsi organizzando col Comune di Chioggia visite guidate , convinto che solo con la conoscenza diretta e con la partecipazione dei cittadini si possa giungere al recupero e alla piena valorizzazione del Forte.
Il sistema difensivo della Laguna di Venezia, delineatosi dalla fine del XIV secolo alla Grande Guerra, per vastità geografica e assortimento tipologico rappresenta un unicum a livello europeo. Tuttavia, fra le decine di forti, polveriere, trinceramenti, batterie, isole fortificate e altre opere di difesa costruite nel corso dei secoli, svettano per importanza strategica, arditezza ingegneristica e valenza paesaggistica le architetture militari volute dalla Repubblica di San Marco alle bocche di porto. Ma proprio alle bocche di porto da oltre quindici anni sono in corso i lavori per la realizzazione di un’opera altrettanto ardita: le dighe mobili sottomarine aventi lo scopo di regolare i flussi di marea in laguna e difendere Venezia dall’acqua alta (comunemente definite come “sistema MOSE”). L’impatto di tali opere sugli habitat circostanti e sul paesaggio è talmente significativo che ha indotto la Commissione Europea a obbligare il governo italiano ad adottare tutta una serie di misure di compensazione, conservazione e riqualificazione ambientale riunite in un “Piano Europa” approvato nel 2007 e poi rivisto nel 2011
(totale 266MLN di euro). L’Istituto Italiano dei Castelli si è fatto promotore in tutte le sedi competenti e nei tavoli tecnici che sono stati istituiti affinché una parte di queste misure fosse impiegata per la conservazione e il recupero delle architetture militari. Un primo risultato è stato ottenuto con la sottoscrizione del Protocollo d’intesa interministeriale del 18
gennaio 2018 per la valorizzazione di Forte San Felice e delle fortificazioni della Laguna Sud. Il Protocollo prevede il restauro degli edifici storici (compreso il Castello di Chioggia del XIV secolo) e dei bastioni rinascimentali, la bonifica ambientale, la riqualificazione dell’area verde esterna e l’apertura al pubblico dell’87% del complesso monumentale. Una parte (minimale) del forte verrà adibita anche a strutture ricettive e per la ristorazione, con la possibilità di creare nuovi posti di lavoro.
Evento realizzato con:
Comune di Chioggia, Comitato Forte San Felice
Forte San Felice
Epoca di costruzione
Nucleo iniziale (Castello della Luppa) 1385, trasformazione in fortezza bastionata
nel corso del 1500, con ulteriori interventi nei secoli successivi.
Proprietà
Ministero della Difesa, Marina Militare; in corso il passaggio al Ministero
Infrastrutture, Provveditorato interregionale opere pubbliche (ex-Magistrato alle
Acque)
Giorni di apertura durante le Giornate
Sabato 25 settembre pomeriggio/domenica 26 settembre mattina
Orari Sabato quattro turni con inizio 14.30/15.30/16.30/17.30
Domenica due turni con inizio 10.00/ 11.00
Visite guidate esterne di gruppi max. 20 persone, con adozione prescritte misure e
norme anti-Covid.
Prenotazione on line (dal 1 settembre): veneto@istitutoitalianocastelli.it
CASTELLO DI THIENE
Epoca di costruzione
Metà XV secolo
Proprietà
Famiglia dei Conti di Thiene
Giorni di apertura durante le Giornate: Venerdì 17 settembre (10,00; 11,00; 12,00)
Visite guidate fino ad esaurimento posti, necessario esibire il green pass e
documento d’identità
Prenotazione on line (dall’1 settembre): www.castellodithiene.com
info@castellodithiene.com
Contributo libero di euro 3
Il castello di Thiene (VI) è un complesso monumentale nel cuore della città di Thiene in Veneto di grande interesse per la qualità e quantità di elementi storici, architettonici artistici e paesaggistici che vi è conservata. Ognuno di questi merita, di per sé, grande attenzione, ma è il loro insieme a fare di questo complesso un esempio straordinario e forse unico. E’ il più cospicuo edificio gotico del XV sec. sorto nel vicentino ad uso di dimora civile. Straordinario esempio di villa pre-palladiana, caposaldo nell’evoluzione delle ville venete, associa le caratteristiche del castello a quelle del palazzo veneziano e in particolare della “casa-fondaco”: abitazione e magazzino/luogo di commercio. La pianta del castello al centro dei tre piani si configura a forma di T. Il corpo principale presenta una loggia profonda, aperta sul fronte con cinque ampie arcate; al primo piano corrisponde una pentafora gotica, unico esempio al di fuori di Venezia. L’edificio è forse da attribuire al grande architetto Domenico da Venezia, “ingegnere” della città di Vicenza. Di fronte al torrione d’ingresso del Castello sorge la quattrocentesca chiesa dedicata alla Natività di Maria Vergine con oratorio, sagrestia e casa del cappellano. Peculiarità del castello è il fatto che le sale siano ancora perfettamente arredate e
presentino un’estesa collezione di ritratti di varie epoche; di grande importanza è il ciclo di affreschi realizzato da G. Battista Zelotti e G. Antonio Fasolo, i due più importanti allievi di Paolo Veronese, con scene di storia romana narrate da Tito Livio. Nelle stanze “private” abiti, accessori e oggetti d’uso quotidiano. Insolita la collezione di ritratti equestri del XVII secolo e splendide le scuderie eseguite all’inizio del ‘700 su disegno dell’arch. Francesco Muttoni. A completamento i 12.000mq di verde: sul fronte la grande corte nobile con barchesse e magnolie secolari; sul retro l’ampio parco con cedraia, ghiacciaia, roggia e grotta rinascimentale. Il complesso è tutt’ora un edificio privato custodito con passione dagli attuali proprietari, che si impegnano nella valorizzazione di questo vasto complesso monumentale per renderlo sempre più fruibile allo studioso, al visitatore, o al semplice curioso. La proprietà è consapevole della sua importanza storico-artistica e quindi il suo essere a tutti gli effetti un bene di interesse pubblico: ne ha così aperto le porte ai visitatori, a partire dagli anni Sessanta per visite guidate e successivamente conferenze, concerti, eventi privati, mostre.
CASTELLO DI RONCADE
Epoca di costruzione : 1508
Proprietà: Barone Ciani Bassetti Vincenzo
Giorni di apertura durante le Giornate:
Sabato 25 settembre pomeriggio/domenica 26 settembre mattina
Orari Sabato 25/9 pomeriggio ore 16:00 per visita guidata e bicchierata finale- Durata: 1 ora e mezza Domenica 26/9 mattina ore 10:30 per visita guidata e bicchierata finale- Durata: 1 ora e mezza
Visite guidate di gruppi max. 20 persone, con adozione prescritte misure e norme
anti-Covid. Prenotazione on line (dall’ 1 settembre) su sito https://www.eventbrite.it
Contributo libero di euro 5
Il Castello di Roncade, costruito nel 1508, è una delle rare ville pre-palladiane cinte da mura medievali. Sorge al centro della città di Roncade, nella campagna veneta tra Treviso e Venezia. Un maestoso complesso rinascimentale abitato per quattro secoli dalla famiglia Giustinian, i cui membri illustri l’hanno legata a doppio filo con la storia della Serenissima Repubblica di Venezia. La famiglia Ciani Bassetti, di antiche tradizioni agricole, ne ha rilevato la proprietà all’inizio del Novecento, con la ristrutturazione del Castello e il reimpianto dei vigneti. Questo luogo, tra i cru più interessanti di Treviso, negli anni ha alimentato la passione vinicola della famiglia e la continua ambizione di elevare la qualità dei vini prodotti. Negli ultimi anni la produzione è in continua crescita, la proprietà conta 110 ettari vitati, una moderna cantina per la vinificazione situata in Mogliano Veneto e l’originale bottaia per l’invecchiamento dei vini più pregiati. Oggi il Castello di Roncade offre ai propri ospiti la possibilità di pernottare nelle lussuose suite della villa e negli appartamenti situati nelle torri. Un’ospitalità di alto livello a pochi chilometri dai più interessanti centri turistici del Veneto e dagli aeroporti di Treviso e Venezia. Vengono organizzate visite guidate e degustazioni di vino per offrire ai visitatori la possibilità di assaggiare i vini del Castello e conoscere la storia che da anni lega questa villa al territorio.
Numero telefonico per eventuali informazioni:
Tel. : 0422 708736
E-mail : info@castellodironcade.com
Sito internet: www.castellodironcade.com Facebook: CASTELLO DI RONCADE Instagram: castello_di_roncade
ll castello di Montecolognola, pittoresco e delizioso borgo medioevale che si affaccia in posizione strategica sul lago Trasimeno, conserva quasi intatto il suo primitivo aspetto, mura e porte d’ingresso risalgono ai primi del Trecento. La fortificazione presenta una cinta muraria a forma elissoidale e un impianto urbano a schema rettangolare, al cui interno sorge la interessante chiesa trecentesca di S. Maria Annunciata, a pianta quadrangolare; piccolo scrigno che conserva dipinti di artisti umbri dal XIV al XVI secolo; nella laterale cappella di Santa Lucia si trova un interessante affresco del futurista perugino Gerardo Dottori, uno dei primi ideatori dell’aeropittura. Nella seconda metà del XIII sec. gli abitanti di Pian del Carpine (oggi Magione) si
ribellarono ai Cavalieri Gerosolimitani, che avevano il controllo di parte del territorio intorno al lago, e si insediarono sulla sommità del colle che si erge dietro l’abitato principale dell’odierno paese. Nel 1261 la rivolta fu sedata dai Gerosolimitani che infersero un duro colpo ai rivoltosi, desiderosi di affrancarsi dalla sudditanza dei Cavalieri. Benché sconfitti, gli abitanti di Pian del Carpine continuarono la loro lotta fino a quando nel 1290, sotto l’egida del Comune di Perugia, fu iniziata l’edificazione del castello di Montecolognola, terminato in breve tempo (1312) grazie all’apporto operativo dell’intera comunità, che ottenne così l’indipendenza tanto desiderata.
La possente cinta muraria lo rese un solido baluardo contro i nemici tanto da divenire l’insediamento principale di quest’area, pronto ad accogliere in caso di necessità gli abitanti di Pian del Carpine. Il castello di Montecolognola, nonostante gli assedi che dovette subire, rimase il centro politico ed amministrativo di riferimento della zona fino alla metà del XVII sec., quando fu sostituito da Magione che riprese il predominio dell’area, decretando un lento ed irreversibile declino del borgo fortificato. Ancor oggi, grazie ad un sapiente intervento di ristrutturazione voluto fortemente dall’attuale amministrazione comunale di Magione, è possibile ammirare l’imponenza dei cinque bastioni perimetrali e delle due porte, una a nord e l’altra a sud; quest’ultima, che costituì l’ingresso principale, era dotata di un ragguardevole ponte levatoio, di cui ancor oggi sono ben visibili gli scassi, e di una seconda porta più arretrata destinata a chiudere eventuali assalitori in uno spazio ristretto nel quale difficilmente avrebbero potuto difendersi.
Locandine e programmi edizioni precedenti:
/
/
/
/
/
/