Giornate Nazionali dei Castelli 2024
La XXV edizione si svolge sabato 11 e domenica 12 maggio 2024
25 siti: 10 castelli, 4 forti, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago
Grandi città e piccoli centri animati da visite guidate gratuite, attività e trekking culturali, itinerari speciali a nord, al centro, a sud della penisola – isole comprese.
Le architetture protagoniste raccontate in diversi stati di conservazione, fruizione, destinazione e valorizzazione
Nel 2024 la Onlus Istituto Italiano Castelli compie 60 anni, online e gratuito l’Atlante Castellano
L’Istituto Italiano Castelli, Onlus a carattere scientifico fondata da Piero Gazzola nel 1964, annuncia le date e le 25 destinazioni della XXV edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli. Nel weekend dell’11 e 12 maggio 2024, visite guidate gratuite, conferenze, concerti, mostre, presentazioni di tesi di laurea e libri in 10 castelli, 1 torre, 1 casaforte, 8 tra città e borghi, 1 arcipelago, 4 forti che hanno trovato una nuova vita.
In questa venticinquesima edizione, aperti per la prima volta alle visite del pubblico due siti: il Bastione di Santa Maria all’interno dello splendido borgo e fortezza medicea di Terra del Sole (Emilia Romagna) e un forte nel sistema difensivo del Nord Sardegna. Numerose le architetture fortificate di cui si illustrano i recenti restauri.
I soci dell’Istituto Italiano Castelli Liguria, a causa di improvvisi problemi organizzativi sorti il 6 maggio, rimandano a data da destinarsi, che sarà presto annunciata, la visita guidata sostenibile con trasporto collettivo al borgo ligure di Finale (SV) e la prevista conferenza per il 60mo anniversario dell’Istituto Italiano Castelli
Scarica il programma completo:
hashtag: #giornatenazionalideicastelli2024
Sito web: https://www.istitutoitalianocastelli.it
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Situato nella media valle del Calore, il comune di Taurasi domina dall”alto l”intero fondovalle, in prossimità del punto in cui il fiume è attraversato dalla strada statale delle Puglie. Di origine sannita, in epoca romana entrò a far parte del territorio della vicina colonia di Aeclanum, all”epoca importante centro commerciale. Il complesso del castello è posto sull’estremità orientale dell’antico borgo di Taurasi (provincia di Avellino) in corrispondenza della porta urbica detta Porta Maggiore. Edificato in posizione strategica, posto su uno sperone roccioso a circa 400 m slm, domina la piana del medio Calore.
I primi documenti fanno risalire il castello al periodo Normanno-Svevo (XII sec), in quanto Taurasi fu feudo di Torgisio di Grottaminarda e successivamente ceduta in suffeudo a Ruggiero di Castelverde. Al XV sec. risalgono gli ampliamenti Angioino – Aragonesi. Nel XV sec. Taurasi venne affidata al principe Sergianni Caracciolo. I Caracciolo trasformarono il castello da fortezza in palazzo baronale. Nel 1468 subì gravi danni provocati dagli attacchi aragonesi di Ferdinando II in seguito alla congiura baronale di Giacomo Caracciolo, analogamente nel 1496 subì saccheggi e distruzioni da parte delle truppe di Carlo VIII. Successivamente il castello passò ai Gesualdo lo tennero sino al 1726 anno in cu lo vendettero ai Latilla di Napoli che lo mantennero per tutto il periodo Borbonico. A seguito dei terremoti del 1796 e 1980 subì gravi danni e successivi rimaneggiamenti. Nel 2004 fu acquisito dal comune di Taurasi. Dal 2009 a seguito di radicali interventi di restauro ospita l’enoteca regionale dei vini d’Irpinia. L’accesso principale al castello è ubicato dopo la porta urbica detta “Maggiore”, sulla destra ed è costituito da un arco monumentale a tutto sesto che sorregge a sua volta un ambiente di passaggio e collegamento. La torre mastio a pianta quadrata, normanna, misura 15 m di altezza e si sviluppa su 4 livelli, presenta un avancorpo contenente la scala elicoidale aggiunta in epoca aragonese unitamente alle due torri circolari che inquadrano la porta Maggiore. Il corpo di
fabbrica nord orientale, che prospetta su largo Porta Maggiore, si sviluppa su tre livelli collegati da una scalea ubicata al centro della corte interna ed è il risultato della trasformazione del castello in palazzo baronale.
Gli eventi delle Giornate Nazionali dei Castelli a Taurasi sono organizzati in collaborazione con il comune di Taurasi.
Taurasi (AV) Evento Principale Sabato 25 – domenica 26 settembre – visite guidate al castello ed al borgo ore 10 – 13 – Alle ore 10,30 di domenica 26 tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in area Irpina. A cura della Pro – Loco e dell”Istituto. Info: arch. Giuseppe De Pascale – 3336636614
Agropoli (SA) Sabato 25 – domenica 26 – – visite guidate al castello – ore 10 – 12 a cura dell”Istituto Italiano dei Castelli. Info: dott. Antonio Capano 339 8605936 Teano (CE) – Sabato 25: tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in Terra di Lavoro – domenica 26 – visite guidate al Castello di Teano. Ore 10 – 13 A cura delle pro loco e dell”Istituto Italiano dei Castelli. info e prenotazioni: castellicampania@gmail.com – 333 6853918
Circello (BN) Sabato 25 alle ore 10,30 visita guidata al castello – a seguire, conversazione dell”arch. Francesco Bove sul castello di Circello. Visite guidate domenica 26 Info: 329 2660592
Napoli, settembre dei castelli napoletani. In tutti i week end visite guidate gratuite a Castel dell”Ovo, Castelnuovo, Castel S. Elmo ed alle mura aragonesi. Apertura straordinaria della sede dell”Istituto Italiano dei Castelli, con proiezioni video su Castel dell”Ovo e sui castelli di Napoli. Visita alle mostre fotografiche ed iconografiche sui castelli di Napoli e della Campania. Visita alla cisterna medievale. Info: castellicampania@gmail.com – 333 6853918 Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito
La Cittadella fortificata, Castello e Palazzo Carafa a Roccella Jonica (RC) conserva i resti dell’antico centro abitato di Roccella di San Vittore, cittadella fortificata affacciata sul mare, sicuramente attestata e data in feudo nella prima età angioina a Gualtiero de Collepetro (1269), ma con evidenza archeologica e monumentale ascrivibile almeno al periodo normanno-svevo.
La cinta muraria, già citata in documenti del XV secolo e dotata di Torrioni di età angioina ancora conservati, fu potenziata tra XV e XVI secolo con la costruzione di alcuni bastioni e il rifacimento dell’unica porta urbica, ancora oggi conservata. La cittadella, denominata in età moderna La Roccella, è sovrastata dall’antico Castello di Monte Falcone (oggi detto Torre di Pizzofalcone) con la Torre mastio cilindrica e il recinto fortificato, con un bastione del XVI sec; il suo impianto e la tipologia sono antecedenti al dominio angioino, probabilmente ascendenti al periodo tra XI e XII sec; nel 1283, durante la Guerra del Vespro, ci fu un ordine regio di raderlo al suolo per fellonia del Castellano. Nel 1479 La Roccella fu data in feudo a Jacopo Carafa e in possesso di questa famiglia rimase fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. Nella parte centrale della cittadella sorge il Palazzo Feudale fortificato, rifatto agli inizi del XVI secolo
dal conte Vincenzo Carafa, figlio e successore di Jacopo. Il palazzo sorge a ridosso dell’antica chiesa Matrice dell’Universitas roccellese, di fondazione medievale ma rimaneggiata nei secoli successivi, raggiungibile dal Palazzo attraverso un passaggio dal coretto. Il Palazzo fu poi ampliato alla fine del XVII da Carlo Maria e Giulia Carafa, ultimi principi de La Roccella appartenenti al ramo primogenito della famosa dinastia napoletana. Agli inizi del XVIII sec, con l’avvento nel feudo roccellese del ramo cadetto dei principi Carafa, cioè dei duchi di Bruzzano, nella persona di Vincenzo Carafa, tutte le fortificazioni, dalla cinta muraria al Palazzo, furono sottoposte a lavori: soprattutto il Palazzo fu notevolmente ampliato, con la costruzione di tre nuove ali e fu anche fortificato da tre torrioni realizzati sul lato Ovest del circuito murario, nel punto in cui questo è più vicino al Palazzo stesso, ancora oggi conservati.
L’antica Roccella fu progressivamente abbandonata tra XVIII e XIX secolo per essere edificata ai piedi della rocca, lungo l’antichissimo asse viario del dromo e sul mare.
L’Istituto Italiano Castelli ha collaborato per questo evento con il Comune di Roccella Ionica, Jonica Multiservizi SpA, Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”
Giorno di apertura: 26 settembre 2021
Orari: 9,00-13,00 /16,00-21,00
Visite guidate: gratuite, prenotazione obbligatoria
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 0964.866287 calabria@castelli-bkp.antonioungolo.it, stefi.parrone@gmail.com
Sito internet www.castelloroccella.it
Programma
Visite guidate precedute dalla descrizione del sito e dalla sua storia, a scelta.
Mattino:
Ore 9,45: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord
di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortificazioni e del castello dal basso*.
Ore 10,30 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata davanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice San Nicola di Bari (adiacente al Palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Palazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per introdurre alla visita del castello
Ore 11,10 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa. In alternativa si può raggiungere direttamente la Platea Major nella Città antica,
situata davanti al Palazzo Carafa. Durante la visita, nel Palazzo e nelle adiacenze saranno presenti figuranti del Corteo Storico Carafa nelle vesti dei personaggi protagonisti della storia del Castello. Sarà anche possibile, per chi vorrà, visitare l’area della Torre di Pizzofalcone (già Castello di Monte Falcone) raggiungibile attraverso una scalinata dalla via Città, strada d’accesso alla Cittadella. In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito liberamente dalle 09,00 alle 13,00.
Pomeriggio:
Ore 15,30: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortificazioni e del castello dal basso*.
Ore 16,15 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata davanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice di San Nicola di Bari (adiacente al palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Palazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per introdurre alla visita del castello.Ore 17,00 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa.
In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito della Cittadella, del palazzo e della Chiesa liberamente dalle 16,00 alle 21,00.
Ore 18,00 nella ex Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari Presentazione del volume dell’Istituto Italiano dei Castelli: “Architetture fortificate nel paesaggio agrario della Calabria – Percorsi di conoscenza e valorizzazione” a cura di Francesca Martorano.
Il Castello di Moliterno (Potenza) si è sviluppato attorno a una torre longobarda, sorta per dare rifugio agli abitanti di Grumentum in seguito agli assedi dei Saraceni (IX-X sec.), ulteriormente fortificato e potenziato sotto la dominazione normanna (XI-XII sec.). La configurazione attuale risale, invece, all’età angioino-aragonese. A Moliterno, come in tutta la regione, ciò che più contraddistingue l’architettura fortificata è l’intreccio fra culture diverse: longobarda, bizantina, saracena, normanna. Vi aspettiamo in Basilicata per scoprire insieme queste trame intrecciate della storia!
L’evento prevede un incontro online, opportunamente diffuso sui vari canali social, con la partecipazione di alcuni soci della sezione Basilicata coadiuvati da guide locali, in un percorso virtuale di avvicinamento e conoscenza di Moliterno e del suo castello, peraltro parte del proficuo circuito culturale ACAMM – Sistema dei Musei e dei Beni Culturali di Aliano (MT), Castronuovo Sant’Andrea (PZ), Moliterno (PZ) e Montemurro (PZ), raccolti sotto l’acronimo ACAMM.
Moliterno, quindi, consentirà di spaziare dalle tematiche dell’incastellamento e dell’architettura fortificata medievale all’arte contemporanea e al ruolo di quest’ultima nella valorizzazione del territorio. Laddove le disposizioni legate all’emergenza pandemica lo consentano, l’evento è organizzato parzialmente in situ tramite una diretta (allargata eventualmente al pubblico presente, oltre che agli utenti-partecipanti online) organizzata in modo da scoprire il castello e le sue connotazioni storiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Durante la diretta si prevede il coinvolgimento degli utenti, in modo da non fornire un contenuto “preconfezionato” ma, al contrario, da estendere il dibattito anche ai residenti e agli storici locali, testimoni talvolta preziosi di storie non scritte sull’identità dei propri luoghi.
Orari: 25 settembre ore 10-13:00 e 15:30-18:00 e 26 settembre ore 9:30-13:30
Modalità: visita guidata, ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria
Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Basilicata: https://
www.facebook.com/groups/507816719344168
Profilo Instagram: https://www.instagram.com/istituto.castelli.basilicata
Cenni storici
Il Castello di Moliterno sorge su uno sperone roccioso a 880 m. sul livello del mare, sulla cima di un rilievo collinare su cui fianchi si è sviluppato l’abitato cinto da mura, di cui il castello è stato il polo generatore.
Storia
La tradizione storica fa risalire il castello all’epoca longobarda (IX-X sec.) durante la quale costituì un punto di avvistamento dei Saraceni che minacciavano di poter invadere Moliterno, come avevano già fatto a Saponara, Tursi e Castelsaraceno, da cui lo separava un valico. Secondo alcuni studiosi il nucleo primigenio del castello è una torre merlata su base quadrata e fusto circolare, di epoca longobarda, ancora conservata, che potrebbe aver avuto una funzione di torre vedetta. Altri tra cui, Racioppi, ipotizzando una fondazione normanna. Tra l’XI e il XIV secolo. il passaggio nel possesso del castello e del feudo, dai Normanni (XI-XII sec.) agli Angioini (XIII-XIV sec.), fu marcato da un serie di ampliamenti e dalla costruzione di diverse corpi di fabbrica tra cui una torre su pianta quadrata di epoca normanna, che hanno portato all’attuale configurazione dell’impianto architettonico. Il castello fu tenuto dai Brajda fino al 1477, anno in cui passò ai Sanseverino, da questi perduto a seguito della congiura dei baroni del 1485. Fu poi riconquistato dai Sanseverino che lo vendettero nel 1524 ai Carafa della Marra, a cui succedettero nel 1685 i Pignatelli che lo tennero fino al 1806. L’edificio attuale ha un impianto su due cortili in gran parte medievale e tardomedievale ma con elevati architettonici prevalentemente cinque-seicenteschi con piccoli aggiunte sette-ottocentesche.
Visita
Si arriva al castello salendo per via Francesco Lovito e vi si entra attraversando un portone ad arco a tutto sesto, attraverso cui si giunge ad un cortile, circondato da un
muro di cinta che si prolunga per tutto il lato sud, fino alla torre quadrata normanna ad est, ed una torre bassa e rotonda ad ovest, che si uniscono con la facciata attraverso un loggiato ad archi cinquecentesco. Dalla torre longobarda, alta 25 metri e sormontata da merli guelfi, si gode un panorama mozzafiato sulla valle sottostante e sul variegato paesaggio collinare circostante. Internamente si articolava su tre livelli, di cui quello al piano terra adibito un tempo a carcere. I vari livelli sono collegati tra di loro attraverso una scala a chiocciola. Dalla torre longobarda, che si unisce alla facciata, partendo dalla torre bassa e rotonda, si aprono due ingressi: il primo immette in un secondo cortile e il secondo nelle stalle, nelle quali sono, ancora, visibili le nicchie delle mangiatoie. Nonostante lo stato di rudere di una parte del manufatto, i resti murari consentono di riconoscere con un occhio esperto funzioni e ambienti dell’antico castello, tra cui le stanze del principe e dei suoi ospiti, le stalle, le cucine, locali adibiti a magazzini, una cappella e una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
Nel più ampio panorama nazionale la Regione Abruzzo occupa uno dei primi posti per quantità e qualità del patrimonio fortificato. Grazie ad accorto censimento condotto su tutto il territorio regionale, ci sono circa 700 opere. Questa regione non a caso è ritenuta da tanti studiosi e appassionati di questo tema un vero museo all’aperto, condizionato principalmente dalla complessa orografia del territorio.
Le Giornate 2021 scoprono l’Altopiano di Navelli e, nello specifico, il Territorio di Prata d’Ansidonia (L’Aquila). Il percorso prevede la visita guidata ai resti della città Romana di Peltuinum,
Castel Camponeschi, Leporanica (castelliere e resti medioevali), i lavori di restauro della villa fortificata dei Baroni Cappa. Non meno interessante è la presenza all’interno della Chiesa madre, dell’ambone romanico spostato negli anni 40’ dalla vicina Chiesa di S.Paolo di Peltuinum. A Chieti nel 2021 i soci dell’Istituto Italiano Castelli (IIC) hanno dato vita alle delegazione Abruzzo-Citeriore (antico nome della zona a sud del fiume Pescara comprendente gran parte della provincia di Chieti), un sodalizio aggiuntivo a quello aquilano della Onlus a carattere scientifico in regione, che vede la popolazione volontaria più giovane tra gli iscritti su base nazionale: a luglio 2021 hanno aderito 11 ragazzi dai 15 ai 23 anni, costituendo di fatto il primo
gruppo giovani d’Abruzzo a occuparsi di valorizzazione di architetture fortificate nella regione. Grazie all’impegno dei soci della delegazione Abruzzo Citerione, saranno aperti nella provincia i castelli di Monteodorisio e Palmoli. I comuni di Cupello, Fraine, Torrebruna e Casoli – oltre a quelli di Monteodorisio e Palmoli – hanno del pari aderito al sodalizio abruzzese.
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Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Abruzzo Citerione:
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evento principale: LE MURA DI VICENZA: dal Torrione di Porta Castello al Castello della Rocchetta
eventi collaterali: Arsenale di Venezia, Forte di Monte Tesoro, Castello di Thiene, Castello di Roncade, Lazzaretto Nuovo (isola della laguna veneta), Forte San Felice (Chioggia). Il programma di visite guidate gratuite alle architetture fortificate venete si estende fino al 15 giugno
Visite guidate a Vicenza: 11 e 12 maggio
Convegno: 11 e 12 maggio Le Mura di Vicenza e l’acqua
Vicenza – Palazzo Chiericati – ore 10 Le mura di Vicenza, cingono la città, condizionate dalla particolare morfologia del terreno e dall’intreccio dei vari fiumi, che fanno assumere all’impianto urbano un articolato sviluppo planimetrico. La opere fortificate hanno inizio dalle autorità ecclesiastiche e laiche (secoli X-XII) perseguono in epoca comunale (1147-1236), sotto il dominio di Ezzelino ( 1236-1259) poi quello di Padova (1264-1311) e quindi degli scaligeri (1311-1387) per poi proseguire nel XV secolo in epoca veneta. Torrione di Porta Castello, Vicenza Il Torrione di porta Castello, inserito nella cinta urbana medievale facente parte, all’epoca, del cosiddetto “Castello”, venne costruito nel 1343 durante l’occupazione scaligera di Vicenza, probabilmente ristrutturando e ampliando una precedente casa-fortezza appartenuta ad Ezzelino da Romano. Con tale robusta testata difensiva, gli Scaligeri intendevano mantenere al sicuro la via per Verona. Costituiva, infatti, il più potente ed antico dei vari che munivano la città nel medioevo. Con l’aggiunta del coronamento merlato e della lanterna superiore, pertinenti alla successiva dominazione Viscontea, il Torrione assunse le fattezze attuali. Nel corso del ’600, il Castello, ormai privo del suo ruolo difensivo, fu venduto – tranne il Torrione perché di pubblico passaggio dalla Serenissima ai Valmarana, che ne trasformarono l’ala nord in un palazzo affacciato sul loro antico giardino. Lo smantellamento delle parti residue, alla fine del ’700, lasciò pressoché integro il Torrione. Tuttavia, tra l’800 e il ’900, per motivi di viabilità, fu raddoppiato l’arco d’ingresso e il Torrione affiancato da due passaggi pedonali. L’ultimo restauro risale al 1999. Resta tuttora identificabile il perimetro interno dell’antico Castello – corte d’armi – nell’ampio spazio rettangolare che si apre oltre il portale del Torrione, prospiciente corso Palladio.
Castello della Rocchetta, Vicenza La costruzione del castello della Rocchetta si inserisce nel quadro di un articolato e organico piano, ideato dagli Scaligeri (ormai al tramonto delle
loro fortune), volto all’ampliamento e potenziamento delle difese della città di Vicenza, e attuato negli anni compresi tra il 1365 e gli inizi del nono decennio del 300′. Il cronista Conforto da Costoza riporta la Rocchetta come iniziata nel 1381. Il Veneto organizza una serie di visite guidate gratuite e programmi culturali collaterali alle Giornate 2019 che si estendono fino al 15 giugno prossimo. Il programma include: l’Arsenale di Venezia il 18 maggio, il Forte di Monte Tesoro il 19 maggio, il Castello di Thiene il 25 maggio, il Castello di Roncade il 26 maggio, il Lazzaretto Nuovo (isola della laguna veneta) l’8 giugno, il Forte San Felice (Chioggia) il 15 giugno.
Per prenotare le visite al Torrione e alle mura:
ass.ardea@gmail.com (cell 346 593 3662)
Modalità: tutti i giorni fino ad esaurimento posti. Numero utenti per gruppo 20/25 max
Per informazioni e prenotazioni su tutto il programma collaterale: www.facebook.com/istitutocastelli-veneto/
Visite guidate gratuite: Sabato 11 Maggio 2019 (10–12,30/15,30–17)
Montecolognola, posto a 400 m. s/m a picco sul lagoTrasimeno, è uno dei castelli più panoramici dell’intero territorio. Il suo toponimo, derivato dai termini latini mons, monte, e piccola colonia (colonìola) cioè stazione di colonii, fattoria, rimanda ad origini romane, comprovate anche tracce di un sito di una villa romana che si trovano sul fianco occidentale del colle, ma, nella sua forma attuale, il castello nasce da un primo insediamento dei servi del grande ospedale gerosolimitano di San Giovanni di Pian del Carpine (ora Magione) che, negli anni ’50 del sec. XIII avevano acquistato dal vescovo di Perugia il terreno sulla sommità del colle e vi avevano edificato un oratorio e delle abitazioni, sottraendosi così al giogo dei Cavalieri.
Questa comunità continuò ad essere il centro politico e amministrativo della zona fino alla metà del secolo XVII, quando Magione riconquistò importanza e autonomia. La decadenza amministrativa determinò un blocco delle attività costruttive ed è per questo che Montecolognola mantiene quasi intatto l’assetto urbanistico medievale, con la cinta muraria a le porte d’ingresso, in pietra calcarea con inserti in cotto. Dal punto di vista architettonico, Montecolognola si presenta come un castello di poggio a pianta ellissoidale ed impianto urbano a schema rettangolare, con case e strade distribuite parallelamente all’asse principale. Di notevole imponenza e bellezza sono i cinque bastioni perimetrali e le due porte, una a Nord, detta Porta Nuova o Porta Fiorentina, e l’ingresso principale rivolto Sud, potentemente munito e con tracce di un ponte levatoio.
All’interno del paese è la parrocchiale di Santa Maria Annunziata, del XIV secolo che conserva all’interno affresco dell’Annunciazione a Maria e Adorazione dei Magi di scuola umbra del primo quarto del secolo XVI oltre ad un Paesaggio futurista (tempera su intonaco) di Gerardo Dottori realizzato, nel 1949, nella cappella di Santa Lucia.
Sabato 11 Maggio alle ore 16.00 il critico d’arte prof. Massimo Duranti terrà una conferenza, aperta al pubblico, nella chiesa del borgo di Montecolognola su “Dottori e la pittura murale a Montecolognola”, finalizzata al restauro dell’affresco di Gerardo Dottori che si trova nella cappella di S. Lucia della stessa chiesa.
Locandine e programmi edizioni precedenti:
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