
GIORNATE NAZIONALI DEI CASTELLI 2025
Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli:
Tornano le Giornate Nazionali dei Castelli:
la XXVI edizione sabato 10 e domenica 11 maggio 2025 in tutta Italia
Visite guidate, conferenze, trekking culturale e concerti in 38 siti distribuiti in
20 regioni, isole comprese
Weekend da 54 a 800 metri sul livello del mare tra aree marine protette,
riserve e parchi naturali anche di recente istituzione, vallate con fiumi attivi,
panorami mozzafiato da scoprire a piedi, in bici, in moto, in bus, in treno
In Campania il maggio dei castelli con visite guidate e conferenze ogni
weekend in 12 castelli, in otto borghi e piccoli paesi, oltre la città
capoluogo che nel 2025 compie 2500 anni di età
Il grande tesoro nazionale di storia e architettura composto dai castelli, dalle rocche, dalle
torri, fortezze e borghi si svela ad italiani e turisti sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
con la XXVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli.
I volontari della onlus organizzatrice, l’Istituto Italiano Castelli che ha compiuto 60 anni di
attività nel 2024, apriranno le porte di architetture fortificate di proprietà pubblica e privata –
da nord a sud del paese – isole comprese – con visite guidate gratuite, conferenze,
presentazioni di libri e convegni specialistici, trekking culturali alla scoperta, a piedi, di
siti e borghi.
L’evento che ormai ha conquistato appassionati di architettura, restauro, storia e araldica
di tutte le età, è ideato e condotto in collaborazione con associazioni, comuni e altri enti
pubblici al fine di far conoscere e valorizzare questo incredibile patrimonio culturale: l’Italia
vanta, più di altri paesi, un numero consistente di edifici fortificati d’importanza storico-
archeologica. Beni culturali che spesso influenzano positivamente le sorti turistiche del
luogo in cui si trovano da secoli.
‘Sveliamo i 38 siti e gli eventi collaterali che ciascuna sede regionale dell’Istituto Italiano
Castelli ha selezionato dopo attente analisi e dopo la consultazione del nostro archivio
scientifico che racchiude migliaia di architetture fortificate censite e studiate con un
approccio multidisciplinare per il quale siamo noti ai portatori di interesse specifico sia nel
nostro paese che all’estero.’ afferma Michaela Marullo Stagno d’Alcontres, presidente
della onlus italiana ‘Le nostre visite guidate quest’anno racconteranno di comunità di
uomini e interessi, di unicum antro-geografici mondiali dove la presenza dell’uomo si
estende dal Paleolitico (come la valle di Pettorano sul fiume Gizio, alle porte dell’Aquila)
ad oggi.
Narreremo storie di confine con due architetture che si guardano, nell’anno di Capitale
della Cultura Transfrontaliera in Friuli, come il Castello di Gorizia e il castello di
Kromberk mentre in Campania organizziamo il mese dei castelli che consente altri tre
fine settimana con visite ad ulteriori 12 castelli, otto borghi piccoli paesi e alla città
capoluogo che festeggia i 2500 anni di fondazione.’
Le Giornate Nazionali dei Castelli 2025, offrono un intenso approfondimento culturale,
storico e architettonico in un momento di crisi e di sconvolgimenti. Offrono un viaggio di
esplorazione delle tradizioni etnografiche, spesso a piedi, in ciclovia e con altra mobilità
sostenibile.
L’Istituto Italiano Castelli propone ogni anno un diverso viaggio nella memoria e nel futuro,
antico e contemporaneo, raccontando la bellezza come valore condiviso, rigenerante e di
rinascita. Il viaggio racconta anche le generazioni che animano le comunità locali, le
nostre reti di collaborazione ed amicizia che rendono possibili le Giornate.
La visita a fortezze, antiche o moderne, non riecheggia i toni cupi della guerra diventata
attualità quotidiana ma racconta come un elemento territoriale a lungo respingente abbia
trovato una nuova funzione, diventando landmark inclusivo.
I forti oggi sono luoghi aperti e sinonimo di accoglienza e saperi, dove spesso i padroni
di casa sono associazioni ed enti pubblici che li animano tutto l’anno con progetti
educativi e culturali. Queste architetture sono anche sinonimo di eclettismo e
variabilità a seconda delle epoche storiche in cui furono edificate.
In alcuni casi esprimono una cifra turistica considerevole che attrae frequentatori dalle
città vicine, in altri sono al centro di progetti di mobilità sostenibile. Numerose le ciclovie
interessate dai percorsi delle Giornate 2025, come quella del Sole e Del Garda in
Veneto e quella ad anello del Trasimeno in Umbria. Il migliore asset del nostro futuro è
la valorizzazione dei nostro paesaggio’.
Le Giornate Nazionali dei Castelli si affiancano ad altre attività annuali che l’istituto
progetta e finanzia sin dalla sua fondazione come il Premio di Laurea a studenti che si
sono distinti con tesi sulle architetture fortificate in restauro e altre discipline. Agli studenti
delle scuole secondarie sono dedicati incontri di studio e seminari fotografici; agli
appassionati di ricerca scientifica, le collane editoriali ed i numerosi corsi che i volontari
dell’Istituto svolgono nelle 22 sedi situate in 20 regioni italiane.
In Abruzzo, regione ricchissima di torri di avvistamento, l’Istituto Italiano Castelli invita a
riscoprire con una visita guidata sabato 10 maggio 2025 il castello Cantelmo (IX secolo)
restaurato nel 1998 nell’ambito del più vasto programma di restauri ‘Sulmona città d’Arte’
finanziato dalla Legge 64/86. Riedificato dalla Sovrintendenza, domina il colle della
Guardiola all’interno di un borgo fortificato tra i più belli d’Italia, Pettorano sul Gizio. (AQ).
Oggi di proprietà pubblica, è immerso nel circostante parco nazionale.
Il castello di Bernalda (MT), costruito nel IV secolo d.C. domina la valle del Basento in
Basilicata: l'attuale fortificazione risale all'età aragonese e ha inglobato preesistenze
normanne e angioine sorte a loro volta su un sito fortificato già in età tardo antica.
Anche Torre di Mare, una volta nella antica città greca di Metaponto animata da visite
guidate alle due architetture protagoniste sia sabato 10 sia domenica 11 maggio.
Rocca Imperiale è protagonista delle attività previste in Calabria: arroccata su una collina
con le case scenograficamente disposte a cerchi concentrici, è ben conservata ed è
dominata dal suo castello di età federiciana, da poco restaurato.
Sabato 10 maggio visite guidate gratuite senza prenotazione, alle 18 tavola rotonda sul
restauro e valorizzazione dei castelli, in particolare di quello di Rocca Imperiale.
Domenica 11 maggio mattina, riservata solo ai soci dell’Istituto Italiano Castelli onlus, è in
programma un’escursione al Santuario della Madonna delle Armi di Cerchiara di Calabria
mentre il pomeriggio una visita a una masseria fortificata del territorio.
La sezione Calabria dell’Istituto Italiano dei Castelli ha scelto di ritornare a visitare la
fortificazione a distanza di oltre un decennio dalle prime Giornate svoltesi nello stesso
luogo, perché il castello è stato successivamente oggetto di interventi di recupero. Oggi la
visita consente di apprezzare quasi totalmente la volumetria della residenza sei-
settecentesca costruita all’interno delle strutture fortificate, ma soprattutto di
accedere agli ambienti sotterranei, ai vani interni dei torrioni del fronte orientale e al
corridoio che li collega, con la possibilità di visionare il sistema di fuoco incrociato che
poteva essere attuato per la difesa.
L’imponente e complessa fortificazione che si erge al vertice dell’abitato, dominandolo con
la sua mole, è infatti il frutto di molteplici trasformazioni che si sono susseguite nei
secoli.
La Campania partecipa alle Giornate raccontando l’incastellamento irpino con un
itinerario sui castelli della valle del Sabato incentrato sulle architetture fortificate in
provincia di Avellino, in particolare i castelli di San Barbato, Montefusco, Tufo,
Summonte , Mercogliano, Montefredane. Saranno protagonisti con aperture
straordinarie sabato 10 e domenica 11.
Sabato 10 maggio, il castello di Montefredane ospita una tavola rotonda dedicata alla
conoscenza ed alla valorizzazione dei castelli della valle del Sabato con, a seguire, un
concerto per organo nella chiesa madre. Il castello Caracciolo, già nominato nell’anno
Mille, sorge su una rocca che domina la valle: restaurato, possiede una cisterna dell’acqua
e costituisce un punto di vista panoramico straordinario su tutto il territorio circostante.
In questa regione, i volontari dell’Istituto Italiano Castelli Campania, hanno organizzato il
maggio dei castelli con programmi dedicati ogni weekend.
Domenica 4 maggio, un itinerario guidato al bellissimo borgo fortificato di Sant’Agata dei
Goti (BN) che comprenderà anche il castello medievale.
Sabato 17 maggio, visite guidate speciali al castello di origini normanne di Marigliano
(NA) .
Domenica 18 maggio, visite guidate al Castel Sant’Elmo (NA) mentre Agropoli (SA)
ospita una tavola rotonda nell’aula consiliare del Comune a cui segue visita al
suggestivo centro storico fortificato.
Sabato 24 maggio visite guidate al castello ed al borgo di Francolise (CE) e tavola
rotonda.
Sabato 31 maggio visite al grandioso castello di Teggiano (SA), di epoca angioina e
successivamente trasformato dagli Aragonesi. Il borgo era circondato da una cinta
muraria costituita da venti torri cilindriche, di cui alcune oggi sopravvivono inglobate in
moderne costruzioni.
La Rocca di Meldola (FC), è protagonista delle Giornate Nazionali dei Castelli in Emilia
Romagna. Dalla datazione incerta tra il X e il XII secolo, acquistata dal Comune nel
1995, si erige sul borgo di Meldola (a.1000). Le Giornate saranno occasione per
visitare ambienti appena restaurati e non ancora aperti al pubblico stabilmente.
In programma una tavola rotonda sabato 10 maggio, al termine un aperitivo sulla
terrazza della Rocca.
Visite guidate ogni ora domenica 11 maggio dalle 9.30 alle 18.30, le ammissioni sono
in ordine di arrivo.
Molto ricco il territorio forlivese per ulteriori itinerari di visita in autonomia. Meldola
costituisce la porta per l’esplorazione della valle Bidente con borghi come Cusercoli,
Civitella di Romagna, Santa Sofia, Galeata, fra ruderi di castelli, monasteri e splendidi
paesaggi appenninici, fino ad arrivare alla diga e al lago di Ridracoli e al parco delle
Foreste Casentinesi. Raccomandati, in particolare la rocca e borgo fortificato di Teodorano
(a. 1000) sulla valle del Voltre, la torre ed il rudere del castello del Borgo di Castelnuovo,
la Riserva regionale di Bosco di Scardavilla (1991) di circa 30 ettari.
Il Friuli Venezia Giulia celebra l'importante nomina di Gorizia-Nova Gorica quale
Capitale Europea della Cultura transfrontaliera.
L’Istituto Italiano Castelli Friuli Venezia Giulia condurrà gli appassionati e i visitatori alla
scoperta del Castello di Gorizia (XI secolo). Dal colle fortificato la vista spazia da un lato
sulla città di Gorizia e dall'altro, in Slovenia, sul monastero di Castagnevizza (luogo di
sepoltura di sei esponenti della famiglia Borbone di Francia) e Villa Lasciac.
Un’ulteriore tappa di questo percorso "su due confini" è il castello di Kromberk, a pochi
chilometri da Nova Gorica (XIII secolo), oggi sede museale.
Lo splendido castello di Fumone (FR) è aperto alle visite guidate organizzate dall’Istituto
Italiano Castelli Lazio sabato 10 maggio.
Il maniero, ottimamente conservato e di proprietà privata, appartiene ancora alla
famiglia Longhi de Paolis che lo riscattò dalla prima proprietà (pontificia). Situato a 800
metri su un’altura che domina la via Latina, è il castello situato a maggiore altitudine
sul livello del mare aperto alle visite in occasione delle Giornate 2025.
In Liguria, visite guidate a piedi a Finale Alta e Bassa, sabato 10 maggio intera
giornata.
In Lombardia, protagonista il castello di Breno (XI-XVI secolo) e la Valcamonica: oltre a
visite guidate al castello, al rifugio antiaereo e alla sede del Museo Camuno, sono
previsti un convegno sulle fortificazioni della Valcamonica e, a seguire, attività
ludiche con gli arcieri rivolte ai giovani ed ai ragazzi, un concerto di ottoni e un
aperitivo a castello in collaborazione con il Comune proprietario del bene che lo ha reso
visitabile e che ne ha fatto un luogo di grande attrazione per l’intera valle.
Dopo un lungo periodo di utilizzo inappropriato e di disinteresse, il castello è stato oggetto,
a partire dal 1989, di scavi archeologici (dei quali alcuni materiali sono conservati al
Museo Camuno) e, in seguito, di interventi di consolidamento e di restauro murario.
Nelle Marche sabato 10 maggio visita ad alcuni dei sedici forti anconetani – tra cui il
Faro del Campo degli Ebrei, situato nel più grande cimitero ebraico europeo; il forte
Altavilla, il forte Pezzotti, di proprietà privata, e la ‘Cittadella’ o Fortezza di Ancona.
Domenica 11 maggio un convegno di studio sui forti è ospitato nella Mole Vanvitelliana.
In Molise aperto alle visite sabato 10 maggio il castello di San Martino in Pensilis
(CB) , palazzo baronale dalla lunga storia sito in un luogo di forte fascino naturalistico e di
millenarie tradizioni etnografiche come la celebre Corsa dei carri, che saranno anche
discusse in un convegno aperto al pubblico nella stessa data.
In Piemonte le Giornate celebrano Mombasiglio (XII secolo) sabato 10 maggio, piccolo
borgo sito in un luogo di grande pregio paesaggistico che conta poco più di 500 anime in
provincia di Cuneo, le cui fortificazioni facevano parte del marchesato di Ceva: il castello è
attualmente sede del Museo Generale Bonaparte.
Adelfia (in provincia di Bari) è protagonista delle Giornate in Puglia dove si apre
eccezionalmente alle visite guidate il palazzo marchesale dei Bianchi Dottula (XIV
secolo, proprietà privata) con i suoi saloni affrescati: il sito è normalmente chiuso al
pubblico.
Fortezza vecchia (XVI secolo) all’estremo sud della costa di Villasimius (CA) è
protagonista insieme alla Torre di Serpentara sabato 10 maggio con visite guidate
gratuite in Sardegna, in una cornice paesaggistica che non ha eguali dove convivono
spiagge bianche e dorate, forti e torri costiere, il più grande porto turistico della costa sud,
l’area marina protetta di Punta Carbonara.
Fortezza Vecchia, ottimamente conservata, è proprietà del Ministero della Cultura. Ospita
una collezione del Comune di Villasimius: dipinti, mappe e documenti storici, la mostra
permanente Enemigos de la fè, che ripercorre la storia delle incursioni piratesche
sulle coste sarde tra il XVI e il XIX secolo e fornisce un approfondimento sulle fortificazioni
costiere dell’epoca.
L’Isola di Serpentara, un lembo di terra disabitato di 1,34 km² sviluppato nel 2019, si
trova all’interno dell’area marina di Punta Carbonara. La Torre di Serpentata, a 54 metri
sul livello del mare che è il più alto dell’Isola, è una struttura di avvistamento eretta
durante la dominazione spagnola per contrastare le incursioni saracene alta 13 metri,
provvista di cisterna d’acqua piovana.
Il castello Normanno – Svevo di Salemi e il castello medievale Grifeo di Partanna (XIV
secolo) nella valle del Belice sono protagonisti delle Giornate nell’altra isola italiana, la
Sicilia.
Il primo, un castello normanno svevo, nel cuore della Val di Mazara, sabato 10 maggio
sarà oggetto di visite guidate gratuite organizzate dall’ Istituto Italiano Castelli Sicilia e si
erge sulla sommità della collina su cui sorge la città di Salemi, di origine arabo-medievale,
caratterizzata da un particolare impianto urbanistico per strigas (isolati) di età ellenistica,
su assi viari longitudinali.
Dal vastissimo panorama mozzafiato, che si gode dal punto più alto del paese: la terrazza
del castello, lo sguardo spazia dalla valle del Belìce, alla costa occidentale della Sicilia e
fino al mare, in un alternarsi di colori cangianti al cambiare della luce e delle stagioni.
Il secondo, perfettamente restaurato e non danneggiato dal disastroso terremoto del 1968
è oggi sede del Museo Regionale di Preistoria del Belice e sarà oggetto di visite guidate
gratuite domenica 11 maggio.
Il museo è suddiviso in quattro sezioni che raccontano la storia del Belìce dalla preistoria
fino all’età moderna, le vicende del castello tra Otto e Novecento e il rapporto millenario tra
la Sicilia e il vino.
Partanna (XI secolo) conserva il più bel monumento del barocco trapanese, la Chiesa
Madre. Molte le eccellenze del territorio: tradizioni popolari, bellezza dei paesaggi rurali
costellati da oliveti, vigneti, profumati agrumeti, la tipicità e la genuinità della Cipudda
Partannisa, una cipolla rossa molto dolce e delicata che cresce solo nel bacino di
Partanna o come la cultivar di olivo Nocellara del Belìce da cui si produce un olio dal
profumo e dal gusto ineguagliabili, senza dimenticare la Vastedda, un formaggio a forma
di pagnotta, ricavato dal latte della pecora del Belìce.
Visitare questi antichi luoghi significa dare slancio vitale a borghi altrimenti destinati alla
depressione e all’impoverimento.
Per i soli soci dell’Istituto Italiano Castelli, venerdì 9 maggio sera è in programma una
passeggiata al Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria, il più
vasto sito archeologico mediterraneo con i suoi 270 ettari. Da menzionare anche
l’ArcheoBike. Selinunte è il primo parco archeologico siciliano a scommettere sul
cicloturismo, costruendo percorsi specifici adatti agli amanti delle due ruote che potranno
girare in bici tra i templi con mappe in dotazione, audioguide multilingue e noleggio bici.
Sabato 10 maggio un evento collaterale (aperto a tutti) al programma delle Giornate, la
visita guidata gratuita alla città di Gibellina Nuova: Capitale italiana dell’Arte
Contemporanea 2026, è stata costruita ex novo undici chilometri dai ruderi del vecchio
paese distrutto dal terremoto che nel 1968 distrusse anche la maggior parte dei comuni
della Valle del Belìce, in provincia di Trapani. Il Grande Cretto di Alberto Burri (1915 –
1995) con i suoi 86000 km ha presto il posto del vecchio paese ed è l’opera memoriale
di land art più grande d’Europa.
Il restaurato Baglio Di Stefano, esempio delle tipiche masserie che costellano le
campagne trapanesi, ospita sia l’Istituto di Alta Cultura Orestiadi Onlus che organizza il
noto festival da luglio a settembre sia il Museo delle Trame Mediterranee (1996) sulla
storia culturale del Mediterraneo e della Tunisia in particolare. Il Granaio ospita la
collezione d’arte contemporanea degli artisti che hanno contributo al progetto di
ricostruzione della città.
In Toscana protagonista la Firenze medievale sabato 10 maggio con un tour a piedi alle
torri di famiglia e di borgo.
Castel Sajori ad Ala di Trento è protagonista delle Giornate Nazionali dei Castelli in
Trentino Alto Adige e rappresenta un utile esempio di comproprietà tra il locale
comune e soggetti privati.
Sabato 10 maggio mattina è previsto un convegno pubblico sul sistema dei castelli
dei Quattro Vicariati ed il pomeriggio la visita guidata a questi siti con un trekking
culturale di circa due ore per il quale si consiglia abbigliamento da montagna.
In Umbria i volontari dell’Istituto Italiano Castelli invitano alla riscoperta di Castiglione del
Lago (PG) straordinario borgo fortificato che sorge sul promontorio occidentale del
Trasimeno i cui primi insediamenti abitativi furono stabiliti dagli Etruschi.
L’Istituto Italiano Castelli Umbria consiglia di visitare Castiglione ogni stagione in
primavera la Festa del Tulipano, in estate il festival di musica classica a Palazzo della
Corgnia, la rassegna Internazionale del Folklore (e l’8 agosto la processione di San
Domenico di Guzman organizzata dalla Confraternita di San Domenico da Soriano e del
Suffragio e della frusta o di San Michele Arcangelo). A Natale l’Albero di Luci sul lago
Trasimeno, che ancora detiene il primato del più grande albero di Natale d’Europa.
L’Istituto Italiano Castelli Veneto invita, sabato 10 e domenica 11 maggio alla visita di
forti di diverse datazioni, sito principale il forte Rivoli – Wohlgemuth nell’omonima città in
provincia di Verona, costruito a metà Ottocento.
Fino agli anni ‘80, il forte è stato utilizzato dall’esercito italiano come polveriera. Oggi, la
struttura di proprietà del Comune di Rivoli Veronese è gestita da un’associazione di
volontari che ne garantisce la conservazione e la visita.
La presenza “diffusa” nel territorio di fortificazioni, realizzate tra l’800 ed il ‘900, costituisce
uno degli elementi identitari del sistema storico-culturale del territorio, insieme al
patrimonio storico, religioso, architettonico che contraddistingue il paesaggio della Valle
dell’Adige. La valorizzazione di questo territorio è fortemente intrecciata con il suo
sistema produttivo e agricolo e le sue eccellenze eno-gastronomiche che attraggono
turismo sostenibile e lento.
Il sito della onlus Istituto Italiano Castelli ( https://www.istitutoitalianocastelli.it ) contiene
ulteriori sezioni informative oltre che l’agenda degli altri eventi e viaggi organizzati durante
l’anno. E’ anche il portale di accesso ai siti o alle pagine social di tutte le sedi regionali le
quali a loro volta hanno una sezione dedicata agli eventi mensili, alle architetture locali
studiate, con cenni sulla storia e gli stili costruttivi, gli assetti proprietari e lo stato di
fruibilità.
Si accresce giorno dopo giorno l’enciclopedia online open source e georeferenziata, l’
Atlante Castellano: il progetto, promosso e coordinato dal Consiglio Scientifico
dell’Istituto Italiano dei Castelli in linea con uno dei propri scopi statutari, è un work in
progress unico in Italia. E’ il primo censimento il più completo possibile di tutte le
fortificazioni del territorio italiano – conservate, allo stato di rudere o anche solo
documentate – dall’Antichità a metà Novecento.
#giornatenazionalideicastelli
Elenco tutte le visite guidate con indirizzi per la prenotazione
Abruzzo
sabato 10 maggio 2025
Castel Cantelmo – Pettorano Sul Gizio (AQ)
Visite guidate su prenotazione a pagamento
Email: abruzzo@istitutoitalianocastelli.it
Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio., tel 0864.487006
info@riservagenzana.it
Società cooperativa Valleluna tel+39 388 099 2468
info@valleluna.it
Maps: https://maps.app.goo.gl/umomJp8FSXwdWyQB7
Basilicata
sabato 10 e domenica 11 maggio 2025
Castello di Bernalda (MT) e Castello di Torre di Mare a Metaponto (MT)
Visite guidate gratuite con prenotazione
Email: basilicata@istitutoitalianocastelli.it
Maps
https://maps.app.goo.gl/dYJrFkTvTiKd4JnR9
https://maps.app.goo.gl/h8KamQUBj2wP3JD89
Scarica il programma completo:
Situato nella media valle del Calore, il comune di Taurasi domina dall”alto l”intero fondovalle, in prossimità del punto in cui il fiume è attraversato dalla strada statale delle Puglie. Di origine sannita, in epoca romana entrò a far parte del territorio della vicina colonia di Aeclanum, all”epoca importante centro commerciale. Il complesso del castello è posto sull’estremità orientale dell’antico borgo di Taurasi (provincia di Avellino) in corrispondenza della porta urbica detta Porta Maggiore. Edificato in posizione strategica, posto su uno sperone roccioso a circa 400 m slm, domina la piana del medio Calore.
I primi documenti fanno risalire il castello al periodo Normanno-Svevo (XII sec), in quanto Taurasi fu feudo di Torgisio di Grottaminarda e successivamente ceduta in suffeudo a Ruggiero di Castelverde. Al XV sec. risalgono gli ampliamenti Angioino – Aragonesi. Nel XV sec. Taurasi venne affidata al principe Sergianni Caracciolo. I Caracciolo trasformarono il castello da fortezza in palazzo baronale. Nel 1468 subì gravi danni provocati dagli attacchi aragonesi di Ferdinando II in seguito alla congiura baronale di Giacomo Caracciolo, analogamente nel 1496 subì saccheggi e distruzioni da parte delle truppe di Carlo VIII. Successivamente il castello passò ai Gesualdo lo tennero sino al 1726 anno in cu lo vendettero ai Latilla di Napoli che lo mantennero per tutto il periodo Borbonico. A seguito dei terremoti del 1796 e 1980 subì gravi danni e successivi rimaneggiamenti. Nel 2004 fu acquisito dal comune di Taurasi. Dal 2009 a seguito di radicali interventi di restauro ospita l’enoteca regionale dei vini d’Irpinia. L’accesso principale al castello è ubicato dopo la porta urbica detta “Maggiore”, sulla destra ed è costituito da un arco monumentale a tutto sesto che sorregge a sua volta un ambiente di passaggio e collegamento. La torre mastio a pianta quadrata, normanna, misura 15 m di altezza e si sviluppa su 4 livelli, presenta un avancorpo contenente la scala elicoidale aggiunta in epoca aragonese unitamente alle due torri circolari che inquadrano la porta Maggiore. Il corpo di
fabbrica nord orientale, che prospetta su largo Porta Maggiore, si sviluppa su tre livelli collegati da una scalea ubicata al centro della corte interna ed è il risultato della trasformazione del castello in palazzo baronale.
Gli eventi delle Giornate Nazionali dei Castelli a Taurasi sono organizzati in collaborazione con il comune di Taurasi.
Taurasi (AV) Evento Principale Sabato 25 – domenica 26 settembre – visite guidate al castello ed al borgo ore 10 – 13 – Alle ore 10,30 di domenica 26 tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in area Irpina. A cura della Pro – Loco e dell”Istituto. Info: arch. Giuseppe De Pascale – 3336636614
Agropoli (SA) Sabato 25 – domenica 26 – – visite guidate al castello – ore 10 – 12 a cura dell”Istituto Italiano dei Castelli. Info: dott. Antonio Capano 339 8605936 Teano (CE) – Sabato 25: tavola rotonda sulla valorizzazione dei castelli in Terra di Lavoro – domenica 26 – visite guidate al Castello di Teano. Ore 10 – 13 A cura delle pro loco e dell”Istituto Italiano dei Castelli. info e prenotazioni: castellicampania@gmail.com – 333 6853918
Circello (BN) Sabato 25 alle ore 10,30 visita guidata al castello – a seguire, conversazione dell”arch. Francesco Bove sul castello di Circello. Visite guidate domenica 26 Info: 329 2660592
Napoli, settembre dei castelli napoletani. In tutti i week end visite guidate gratuite a Castel dell”Ovo, Castelnuovo, Castel S. Elmo ed alle mura aragonesi. Apertura straordinaria della sede dell”Istituto Italiano dei Castelli, con proiezioni video su Castel dell”Ovo e sui castelli di Napoli. Visita alle mostre fotografiche ed iconografiche sui castelli di Napoli e della Campania. Visita alla cisterna medievale. Info: castellicampania@gmail.com – 333 6853918 Prenotazione obbligatoria, ingresso gratuito
La Cittadella fortificata, Castello e Palazzo Carafa a Roccella Jonica (RC) conserva i resti dell’antico centro abitato di Roccella di San Vittore, cittadella fortificata affacciata sul mare, sicuramente attestata e data in feudo nella prima età angioina a Gualtiero de Collepetro (1269), ma con evidenza archeologica e monumentale ascrivibile almeno al periodo normanno-svevo.
La cinta muraria, già citata in documenti del XV secolo e dotata di Torrioni di età angioina ancora conservati, fu potenziata tra XV e XVI secolo con la costruzione di alcuni bastioni e il rifacimento dell’unica porta urbica, ancora oggi conservata. La cittadella, denominata in età moderna La Roccella, è sovrastata dall’antico Castello di Monte Falcone (oggi detto Torre di Pizzofalcone) con la Torre mastio cilindrica e il recinto fortificato, con un bastione del XVI sec; il suo impianto e la tipologia sono antecedenti al dominio angioino, probabilmente ascendenti al periodo tra XI e XII sec; nel 1283, durante la Guerra del Vespro, ci fu un ordine regio di raderlo al suolo per fellonia del Castellano. Nel 1479 La Roccella fu data in feudo a Jacopo Carafa e in possesso di questa famiglia rimase fino al 1806, anno dell’eversione della feudalità. Nella parte centrale della cittadella sorge il Palazzo Feudale fortificato, rifatto agli inizi del XVI secolo
dal conte Vincenzo Carafa, figlio e successore di Jacopo. Il palazzo sorge a ridosso dell’antica chiesa Matrice dell’Universitas roccellese, di fondazione medievale ma rimaneggiata nei secoli successivi, raggiungibile dal Palazzo attraverso un passaggio dal coretto. Il Palazzo fu poi ampliato alla fine del XVII da Carlo Maria e Giulia Carafa, ultimi principi de La Roccella appartenenti al ramo primogenito della famosa dinastia napoletana. Agli inizi del XVIII sec, con l’avvento nel feudo roccellese del ramo cadetto dei principi Carafa, cioè dei duchi di Bruzzano, nella persona di Vincenzo Carafa, tutte le fortificazioni, dalla cinta muraria al Palazzo, furono sottoposte a lavori: soprattutto il Palazzo fu notevolmente ampliato, con la costruzione di tre nuove ali e fu anche fortificato da tre torrioni realizzati sul lato Ovest del circuito murario, nel punto in cui questo è più vicino al Palazzo stesso, ancora oggi conservati.
L’antica Roccella fu progressivamente abbandonata tra XVIII e XIX secolo per essere edificata ai piedi della rocca, lungo l’antichissimo asse viario del dromo e sul mare.
L’Istituto Italiano Castelli ha collaborato per questo evento con il Comune di Roccella Ionica, Jonica Multiservizi SpA, Circolo di Studi Storici “Le Calabrie”
Giorno di apertura: 26 settembre 2021
Orari: 9,00-13,00 /16,00-21,00
Visite guidate: gratuite, prenotazione obbligatoria
INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: 0964.866287 calabria@castelli-bkp.antonioungolo.it, stefi.parrone@gmail.com
Sito internet www.castelloroccella.it
Programma
Visite guidate precedute dalla descrizione del sito e dalla sua storia, a scelta.
Mattino:
Ore 9,45: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord
di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortificazioni e del castello dal basso*.
Ore 10,30 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata davanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice San Nicola di Bari (adiacente al Palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Palazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per introdurre alla visita del castello
Ore 11,10 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa. In alternativa si può raggiungere direttamente la Platea Major nella Città antica,
situata davanti al Palazzo Carafa. Durante la visita, nel Palazzo e nelle adiacenze saranno presenti figuranti del Corteo Storico Carafa nelle vesti dei personaggi protagonisti della storia del Castello. Sarà anche possibile, per chi vorrà, visitare l’area della Torre di Pizzofalcone (già Castello di Monte Falcone) raggiungibile attraverso una scalinata dalla via Città, strada d’accesso alla Cittadella. In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito liberamente dalle 09,00 alle 13,00.
Pomeriggio:
Ore 15,30: Ritrovo presso il Teatro al Castello, Via Giordano Bruno, 116, zona Nord di Roccella. Percorso guidato intorno alle mura della città con visione delle fortificazioni e del castello dal basso*.
Ore 16,15 Raduno dei partecipanti nella Platea major de La Roccella, situata davanti al Palazzo Carafa; ingresso nella ex Chiesa Matrice di San Nicola di Bari (adiacente al palazzo Carafa) per ascoltare la storia della Cittadella, della Chiesa e del Palazzo e la descrizione del sito; sarà proiettato il filmato realizzato per l’occasione per introdurre alla visita del castello.Ore 17,00 Visita guidata del Palazzo fortificato Carafa.
In alternativa alle visite guidate programmate, i visitatori potranno accedere al sito della Cittadella, del palazzo e della Chiesa liberamente dalle 16,00 alle 21,00.
Ore 18,00 nella ex Chiesa Matrice di S. Nicola di Bari Presentazione del volume dell’Istituto Italiano dei Castelli: “Architetture fortificate nel paesaggio agrario della Calabria – Percorsi di conoscenza e valorizzazione” a cura di Francesca Martorano.
Il Castello di Moliterno (Potenza) si è sviluppato attorno a una torre longobarda, sorta per dare rifugio agli abitanti di Grumentum in seguito agli assedi dei Saraceni (IX-X sec.), ulteriormente fortificato e potenziato sotto la dominazione normanna (XI-XII sec.). La configurazione attuale risale, invece, all’età angioino-aragonese. A Moliterno, come in tutta la regione, ciò che più contraddistingue l’architettura fortificata è l’intreccio fra culture diverse: longobarda, bizantina, saracena, normanna. Vi aspettiamo in Basilicata per scoprire insieme queste trame intrecciate della storia!
L’evento prevede un incontro online, opportunamente diffuso sui vari canali social, con la partecipazione di alcuni soci della sezione Basilicata coadiuvati da guide locali, in un percorso virtuale di avvicinamento e conoscenza di Moliterno e del suo castello, peraltro parte del proficuo circuito culturale ACAMM – Sistema dei Musei e dei Beni Culturali di Aliano (MT), Castronuovo Sant’Andrea (PZ), Moliterno (PZ) e Montemurro (PZ), raccolti sotto l’acronimo ACAMM.
Moliterno, quindi, consentirà di spaziare dalle tematiche dell’incastellamento e dell’architettura fortificata medievale all’arte contemporanea e al ruolo di quest’ultima nella valorizzazione del territorio. Laddove le disposizioni legate all’emergenza pandemica lo consentano, l’evento è organizzato parzialmente in situ tramite una diretta (allargata eventualmente al pubblico presente, oltre che agli utenti-partecipanti online) organizzata in modo da scoprire il castello e le sue connotazioni storiche, artistiche, architettoniche e paesaggistiche. Durante la diretta si prevede il coinvolgimento degli utenti, in modo da non fornire un contenuto “preconfezionato” ma, al contrario, da estendere il dibattito anche ai residenti e agli storici locali, testimoni talvolta preziosi di storie non scritte sull’identità dei propri luoghi.
Orari: 25 settembre ore 10-13:00 e 15:30-18:00 e 26 settembre ore 9:30-13:30
Modalità: visita guidata, ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria
Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Basilicata: https://
www.facebook.com/groups/507816719344168
Profilo Instagram: https://www.instagram.com/istituto.castelli.basilicata
Cenni storici
Il Castello di Moliterno sorge su uno sperone roccioso a 880 m. sul livello del mare, sulla cima di un rilievo collinare su cui fianchi si è sviluppato l’abitato cinto da mura, di cui il castello è stato il polo generatore.
Storia
La tradizione storica fa risalire il castello all’epoca longobarda (IX-X sec.) durante la quale costituì un punto di avvistamento dei Saraceni che minacciavano di poter invadere Moliterno, come avevano già fatto a Saponara, Tursi e Castelsaraceno, da cui lo separava un valico. Secondo alcuni studiosi il nucleo primigenio del castello è una torre merlata su base quadrata e fusto circolare, di epoca longobarda, ancora conservata, che potrebbe aver avuto una funzione di torre vedetta. Altri tra cui, Racioppi, ipotizzando una fondazione normanna. Tra l’XI e il XIV secolo. il passaggio nel possesso del castello e del feudo, dai Normanni (XI-XII sec.) agli Angioini (XIII-XIV sec.), fu marcato da un serie di ampliamenti e dalla costruzione di diverse corpi di fabbrica tra cui una torre su pianta quadrata di epoca normanna, che hanno portato all’attuale configurazione dell’impianto architettonico. Il castello fu tenuto dai Brajda fino al 1477, anno in cui passò ai Sanseverino, da questi perduto a seguito della congiura dei baroni del 1485. Fu poi riconquistato dai Sanseverino che lo vendettero nel 1524 ai Carafa della Marra, a cui succedettero nel 1685 i Pignatelli che lo tennero fino al 1806. L’edificio attuale ha un impianto su due cortili in gran parte medievale e tardomedievale ma con elevati architettonici prevalentemente cinque-seicenteschi con piccoli aggiunte sette-ottocentesche.
Visita
Si arriva al castello salendo per via Francesco Lovito e vi si entra attraversando un portone ad arco a tutto sesto, attraverso cui si giunge ad un cortile, circondato da un
muro di cinta che si prolunga per tutto il lato sud, fino alla torre quadrata normanna ad est, ed una torre bassa e rotonda ad ovest, che si uniscono con la facciata attraverso un loggiato ad archi cinquecentesco. Dalla torre longobarda, alta 25 metri e sormontata da merli guelfi, si gode un panorama mozzafiato sulla valle sottostante e sul variegato paesaggio collinare circostante. Internamente si articolava su tre livelli, di cui quello al piano terra adibito un tempo a carcere. I vari livelli sono collegati tra di loro attraverso una scala a chiocciola. Dalla torre longobarda, che si unisce alla facciata, partendo dalla torre bassa e rotonda, si aprono due ingressi: il primo immette in un secondo cortile e il secondo nelle stalle, nelle quali sono, ancora, visibili le nicchie delle mangiatoie. Nonostante lo stato di rudere di una parte del manufatto, i resti murari consentono di riconoscere con un occhio esperto funzioni e ambienti dell’antico castello, tra cui le stanze del principe e dei suoi ospiti, le stalle, le cucine, locali adibiti a magazzini, una cappella e una cisterna per la raccolta dell’acqua piovana.
Nel più ampio panorama nazionale la Regione Abruzzo occupa uno dei primi posti per quantità e qualità del patrimonio fortificato. Grazie ad accorto censimento condotto su tutto il territorio regionale, ci sono circa 700 opere. Questa regione non a caso è ritenuta da tanti studiosi e appassionati di questo tema un vero museo all’aperto, condizionato principalmente dalla complessa orografia del territorio.
Le Giornate 2021 scoprono l’Altopiano di Navelli e, nello specifico, il Territorio di Prata d’Ansidonia (L’Aquila). Il percorso prevede la visita guidata ai resti della città Romana di Peltuinum,
Castel Camponeschi, Leporanica (castelliere e resti medioevali), i lavori di restauro della villa fortificata dei Baroni Cappa. Non meno interessante è la presenza all’interno della Chiesa madre, dell’ambone romanico spostato negli anni 40’ dalla vicina Chiesa di S.Paolo di Peltuinum. A Chieti nel 2021 i soci dell’Istituto Italiano Castelli (IIC) hanno dato vita alle delegazione Abruzzo-Citeriore (antico nome della zona a sud del fiume Pescara comprendente gran parte della provincia di Chieti), un sodalizio aggiuntivo a quello aquilano della Onlus a carattere scientifico in regione, che vede la popolazione volontaria più giovane tra gli iscritti su base nazionale: a luglio 2021 hanno aderito 11 ragazzi dai 15 ai 23 anni, costituendo di fatto il primo
gruppo giovani d’Abruzzo a occuparsi di valorizzazione di architetture fortificate nella regione. Grazie all’impegno dei soci della delegazione Abruzzo Citerione, saranno aperti nella provincia i castelli di Monteodorisio e Palmoli. I comuni di Cupello, Fraine, Torrebruna e Casoli – oltre a quelli di Monteodorisio e Palmoli – hanno del pari aderito al sodalizio abruzzese.
Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Abruzzo
https://www.facebook.com/Istituto-Italiano-dei-Castelli-sezioneAbruzzo-895258250573405
Gruppo FB _ Istituto Italiano dei Castelli – sezione Abruzzo Citerione:
https://www.facebook.com/istitutoitalianocastelliabruzzociteriore
evento principale: LE MURA DI VICENZA: dal Torrione di Porta Castello al Castello della Rocchetta
eventi collaterali: Arsenale di Venezia, Forte di Monte Tesoro, Castello di Thiene, Castello di Roncade, Lazzaretto Nuovo (isola della laguna veneta), Forte San Felice (Chioggia). Il programma di visite guidate gratuite alle architetture fortificate venete si estende fino al 15 giugno
Visite guidate a Vicenza: 11 e 12 maggio
Convegno: 11 e 12 maggio Le Mura di Vicenza e l’acqua
Vicenza – Palazzo Chiericati – ore 10 Le mura di Vicenza, cingono la città, condizionate dalla particolare morfologia del terreno e dall’intreccio dei vari fiumi, che fanno assumere all’impianto urbano un articolato sviluppo planimetrico. La opere fortificate hanno inizio dalle autorità ecclesiastiche e laiche (secoli X-XII) perseguono in epoca comunale (1147-1236), sotto il dominio di Ezzelino ( 1236-1259) poi quello di Padova (1264-1311) e quindi degli scaligeri (1311-1387) per poi proseguire nel XV secolo in epoca veneta. Torrione di Porta Castello, Vicenza Il Torrione di porta Castello, inserito nella cinta urbana medievale facente parte, all’epoca, del cosiddetto “Castello”, venne costruito nel 1343 durante l’occupazione scaligera di Vicenza, probabilmente ristrutturando e ampliando una precedente casa-fortezza appartenuta ad Ezzelino da Romano. Con tale robusta testata difensiva, gli Scaligeri intendevano mantenere al sicuro la via per Verona. Costituiva, infatti, il più potente ed antico dei vari che munivano la città nel medioevo. Con l’aggiunta del coronamento merlato e della lanterna superiore, pertinenti alla successiva dominazione Viscontea, il Torrione assunse le fattezze attuali. Nel corso del ’600, il Castello, ormai privo del suo ruolo difensivo, fu venduto – tranne il Torrione perché di pubblico passaggio dalla Serenissima ai Valmarana, che ne trasformarono l’ala nord in un palazzo affacciato sul loro antico giardino. Lo smantellamento delle parti residue, alla fine del ’700, lasciò pressoché integro il Torrione. Tuttavia, tra l’800 e il ’900, per motivi di viabilità, fu raddoppiato l’arco d’ingresso e il Torrione affiancato da due passaggi pedonali. L’ultimo restauro risale al 1999. Resta tuttora identificabile il perimetro interno dell’antico Castello – corte d’armi – nell’ampio spazio rettangolare che si apre oltre il portale del Torrione, prospiciente corso Palladio.
Castello della Rocchetta, Vicenza La costruzione del castello della Rocchetta si inserisce nel quadro di un articolato e organico piano, ideato dagli Scaligeri (ormai al tramonto delle
loro fortune), volto all’ampliamento e potenziamento delle difese della città di Vicenza, e attuato negli anni compresi tra il 1365 e gli inizi del nono decennio del 300′. Il cronista Conforto da Costoza riporta la Rocchetta come iniziata nel 1381. Il Veneto organizza una serie di visite guidate gratuite e programmi culturali collaterali alle Giornate 2019 che si estendono fino al 15 giugno prossimo. Il programma include: l’Arsenale di Venezia il 18 maggio, il Forte di Monte Tesoro il 19 maggio, il Castello di Thiene il 25 maggio, il Castello di Roncade il 26 maggio, il Lazzaretto Nuovo (isola della laguna veneta) l’8 giugno, il Forte San Felice (Chioggia) il 15 giugno.
Per prenotare le visite al Torrione e alle mura:
ass.ardea@gmail.com (cell 346 593 3662)
Modalità: tutti i giorni fino ad esaurimento posti. Numero utenti per gruppo 20/25 max
Per informazioni e prenotazioni su tutto il programma collaterale: www.facebook.com/istitutocastelli-veneto/
Visite guidate gratuite: Sabato 11 Maggio 2019 (10–12,30/15,30–17)
Montecolognola, posto a 400 m. s/m a picco sul lagoTrasimeno, è uno dei castelli più panoramici dell’intero territorio. Il suo toponimo, derivato dai termini latini mons, monte, e piccola colonia (colonìola) cioè stazione di colonii, fattoria, rimanda ad origini romane, comprovate anche tracce di un sito di una villa romana che si trovano sul fianco occidentale del colle, ma, nella sua forma attuale, il castello nasce da un primo insediamento dei servi del grande ospedale gerosolimitano di San Giovanni di Pian del Carpine (ora Magione) che, negli anni ’50 del sec. XIII avevano acquistato dal vescovo di Perugia il terreno sulla sommità del colle e vi avevano edificato un oratorio e delle abitazioni, sottraendosi così al giogo dei Cavalieri.
Questa comunità continuò ad essere il centro politico e amministrativo della zona fino alla metà del secolo XVII, quando Magione riconquistò importanza e autonomia. La decadenza amministrativa determinò un blocco delle attività costruttive ed è per questo che Montecolognola mantiene quasi intatto l’assetto urbanistico medievale, con la cinta muraria a le porte d’ingresso, in pietra calcarea con inserti in cotto. Dal punto di vista architettonico, Montecolognola si presenta come un castello di poggio a pianta ellissoidale ed impianto urbano a schema rettangolare, con case e strade distribuite parallelamente all’asse principale. Di notevole imponenza e bellezza sono i cinque bastioni perimetrali e le due porte, una a Nord, detta Porta Nuova o Porta Fiorentina, e l’ingresso principale rivolto Sud, potentemente munito e con tracce di un ponte levatoio.
All’interno del paese è la parrocchiale di Santa Maria Annunziata, del XIV secolo che conserva all’interno affresco dell’Annunciazione a Maria e Adorazione dei Magi di scuola umbra del primo quarto del secolo XVI oltre ad un Paesaggio futurista (tempera su intonaco) di Gerardo Dottori realizzato, nel 1949, nella cappella di Santa Lucia.
Sabato 11 Maggio alle ore 16.00 il critico d’arte prof. Massimo Duranti terrà una conferenza, aperta al pubblico, nella chiesa del borgo di Montecolognola su “Dottori e la pittura murale a Montecolognola”, finalizzata al restauro dell’affresco di Gerardo Dottori che si trova nella cappella di S. Lucia della stessa chiesa.
Locandine e programmi edizioni precedenti:
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